Blu, botta e risposta col ministro

Blu, botta e risposta col ministro

In una lettera il ministro delle TLC Gasparri aveva espresso interesse e partecipazione ma i dipendenti Blu rispondono: ci sentiamo soli
In una lettera il ministro delle TLC Gasparri aveva espresso interesse e partecipazione ma i dipendenti Blu rispondono: ci sentiamo soli


Roma – Un botta e risposta a suon di lettere tra il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e il “popolo di Blu”, come si autodefiniscono i dipendenti dell’operatore mobile. Ecco la lettera dei dipendenti di Blu e, in seconda pagina, quella che il Ministro ha loro inviato nei giorni scorsi.

Oggetto: Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…

Egregio Ministro Gasparri,
questa lettera vuole esprimere il rammarico e la sensazione di abbandono che i dipendenti blu provano nonostante la sua e-mail.

Innanzitutto è da precisare che blu S.p.A. è riuscita in due anni a conquistare più di due milioni di clienti in un mercato definito “saturo”.
La percentuale di clienti che si dichiarano soddisfatti dei servizi blu è superiore a quella di alcuni competitors. Il brand (il famoso occhio che costituisce uno degli assets tanto ambiti nell’operazione “spezzatino”), è riconosciuto da più dell’80% della popolazione intervistata.

Tutto questo significa che blu è un successo commerciale ed è un business con solide basi di sviluppo.

Un successo confermato ai dipendenti blu in varie occasioni dalle dirette parole dell’A.D. Enrico Casini e che in momenti di particolare euforia ha portato a ipotizzare di anticipare il break even (il momento in cui l’azienda avrebbe iniziato a fatturare utili) prima della data prevista dal business plan iniziale.
Sostenere, quindi, che la società non è in grado di reggere le condizioni di concorrenza, egregio Ministro Gasparri, è quantomeno inappropriato, soprattutto se si considera che gli scenari operativi del settore sono destinati ad una radicale evoluzione nel breve periodo.

Questo è quanto noi, dipendenti di blu, sappiamo perché lo viviamo e lo vediamo tutti i giorni.

Non ci interessa ed è, a ragion veduta, un’inutile perdita di tempo interrogarsi sulle reali capacità degli azionisti visto che lei stesso li ha già definiti, con buona probabilità, incapaci di valutare le condizioni di mercato. Se vogliamo cercare una colpa, gli azionisti non sono stati incompetenti nel seguire un business (che può essere indifferentemente costruire case, strade, vestiti o fornire servizi di telefonia) ma quello di distruggere OGGI un valore creato e ci preoccupa che lei dimostri di ignorare questa realtà.

A noi, dipendenti blu, interessa un piano di cessione trasparente e corretto che preservi il valore che blu rappresenta sullo scenario economico nazionale in termini occupazionali e di produzione. Desideriamo che gli azionisti vengano messi di fronte alle loro responsabilità di imprenditori ed agli impegni legati ai benefici economici eventualmente ottenuti sulla base di promesse di sviluppo occupazionale.

Siamo lieti che in cuor suo si auguri che l’interesse dei possibili compratori riguardi anche i dipendenti ma, ci perdoni l’ardire, dall’incarico che lei ricopre nel suo dicastero ci aspettiamo qualcosa di più che un mero e ingenuo auspicio.

Oltre questo ci spaventa sentire che per lei il diritto al lavoro vada tutelato nei limiti del possibile ed è, comunque, subordinato alla recente costituzione dell’azienda; è altresì significativo che il termine “costituzione” rifererito alla recente nascita dell’azienda non le abbia rievocato la Costituzione Italiana, dove, proprio nel primo articolo, si sancisce il diritto al lavoro (e non ricordiamo, che il suddetto articolo prosegua con “deroghe al limite del possibile”… oppure la Costituzione è già stata cambiata?).

Noi gente di blu, aspettiamo un suo intervento. A questo punto non bastano le parole che forse qualcuno ha scritto per lei in un tentativo, rivelatosi vano, di contenere le legittime richieste di chi le paga con il proprio lavoro lo stipendio, peraltro congruo a differenza del nostro.

Le parole se non supportate dai fatti (e di fatti non se ne sono ancora visti) suonano come una triste autocelebrazione di una figura di rappresentanza, priva di ogni potere decisionale e non fanno altro che enfatizzare e rendere ancora più tragica questa pantomima che prosegue dal termine dell’asta UMTS del novembre 2000.

Confidiamo, ed è questo il nostro auspicio, che la sua coscienza la spinga ad un maggiore e concreto impegno liberandosi da quel senso di serenità che in questo momento la pervade, ma che i dipendenti blu hanno perso da un po’ di tempo a questa parte.

La gente di blu le augura buon lavoro.


Roma – Desidero riscontrare le numerose sollecitazioni che mi stanno pervenendo in ordine alle gravi problematiche occupazionali dei dipendenti di BLU, perché ho la serena coscienza di essere, tra tutti i referenti istituzionali e non, quello che più si sta impegnando sulla questione, di cui ho investito anche il Governo in carica.

La Società, purtroppo, non regge le condizioni di concorrenza del mercato e dovremmo, quindi, interrogarci sulle capacità di chi l’ha costituita e di chi l’ha condotta sinora, poiché, con buona dose di probabilità, dette condizioni non sono state, a suo tempo, adeguatamente valutate. La mia condotta personale è ispirata a criteri molto chiari e trasparenti. Da un lato, occorre rispettare la libertà delle imprese presenti sul mercato, che debbono operare in base a logiche di concorrenza non distorta da fattori esterni; d’altro lato, non si può restare insensibili al destino dei dipendenti della Società e delle loro famiglie, per le evidenti implicazioni sociali negative che il loro licenziamento comporterebbe.

In tal senso, mi sono fortemente adoperato per sollecitare l’interesse di tutti i soggetti del settore e mi sembra di poter serenamente affermare che il mio intervento abbia contribuito a favorire il moltiplicarsi di concrete offerte di acquisto per BLU. Mi auguro, e questo mio auspicio è stato direttamente rappresentato a tutti i soggetti coinvolti nell’ipotesi di acquisto, che l’interesse per BLU riguardi non solo i cosiddetti asset aziendali, ma anche il personale dipendente. Infatti, pur trattandosi di un’azienda di recente costituzione, è mia opinione che il diritto al lavoro vada, nei limiti del possibile, comunque tutelato, ricercando quelle soluzioni che, nel rispetto delle condizioni di mercato, possano offrire garanzie di salvaguardia dei livelli occupazionali.

Mi sto pertanto adoperando verso questo obiettivo, tenendo conto dei limiti della mia competenza istituzionale, nel desiderio di evitare che le scelte, oggettivamente avventate, di soggetti privati possano incidere sulla finanza pubblica, a danno della collettività.

Ho già avuto un incontro con i sindacati, ai quali ho rappresentato la chiarezza e la costruttività della mia posizione e di quella del Governo. Dopo questo incontro, sono stati emessi numerosi comunicati, ai quali rinvio a conferma del mio costante impegno.

Nei prossimi giorni, ho in programma di fissare ulteriori incontri tra rappresentanti del Governo e le parti sindacali, con l’obiettivo di definire iniziative concrete per il superamento delle problematiche che mi sono state sottoposte.

Mi preme piuttosto sottolineare quanto ho già avuto occasione di affermare nei giorni scorsi, e cioè che, nell’attuale contesto di grave difficoltà dell’azienda e dei suoi dipendenti, non avverto la necessità di superflue declamazioni, ma di sollecitazioni concrete che, con la dovuta urgenza e tempestività, possano venire incontro alle giuste esigenze dei dipendenti di BLU.

Invio i più cordiali saluti.
Maurizio GASPARRI

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Pubblicato il 4 mar 2002
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