Bolle stratosferiche per i cellulari USA

Bolle stratosferiche per i cellulari USA

Il futuro della comunicazione nelle zone scarsamente popolate passa dall'idrogeno. Con palloni sonda che portano il segnale in aperta campagna. Piacciono pure a Google, dicono
Il futuro della comunicazione nelle zone scarsamente popolate passa dall'idrogeno. Con palloni sonda che portano il segnale in aperta campagna. Piacciono pure a Google, dicono

Roma – Sette ore di cammino per recuperare un pacchetto che vale poco più di mille euro. Un mestiere che non conosce ostacoli: alberi, montagne, fiumi, tutto deve essere lasciato alle spalle per riportare a casa un cofanetto farcito di elettronica piovuto dal cielo. È il mestiere di chi recupera il carico che Space Data , azienda statunitense specializzata in aerostati ad alto contenuto tecnologico, spedisce nella stratosfera ad oltre 12mila metri d’altezza attaccato ad una via di mezzo tra un palloncino troppo cresciuto e una mongolfiera in fasce.

I servizi di Space Data Secondo Jerry Knoblach, che di Space Data è il CEO, i suoi palloni sono la chiave per portare i servizi wireless nelle zone rurali : un solo lancio, che garantisce 24 ore di operatività, costa poco più di 30 euro, è in grado di garantire una copertura equivalente a quella di quaranta stazioni radiobase. Una porzione molto vasta di territorio, che non fa differenza tra zone montuose o pianeggianti e che potrebbe permettere a quel 36 per cento di abitanti della campagna USA che non sono raggiunti dalla banda larga, di navigare finalmente come fossero nel centro di Manhattan.

Per garantire capillarità al servizio, Knoblach ha assunto gli agricoltori dell’America rurale. “Sono persone molto affidabili”, spiega Jerry: “Stanno lì a mungere le loro vacche ogni giorno della settimana per tutti i 365 giorni dell’anno”, e dunque possono trovare il tempo (pochi minuti) di riempire un pallone e lasciarlo volare via. Space Data li paga 30 euro a lancio, e Knoblach li definisce “il miglior team di lancio” che si possa desiderare.

Il recupero, invece, è affidato ad un gruppo di appassionati di hiking: ciascuno di loro, armato di GPS e di un punto su una mappa da raggiungere , si presta a lunghe passeggiate alla ricerca del fagotto di transistor piovuto dal cielo. A volte si tratta di un lavoro semplice, altre volte occorre molta dimestichezza con la natura impervia per arrivare a guadagnarsi i 65 euro e spiccioli che Space Data elargisce per ogni scatolotto recuperato.

La copertura di Space Data Come accennato la vita media dei palloni si aggira sulle 24 ore : passato questo arco temporale, il materiale di cui è composta la bolla riempita di idrogeno inizia a deteriorarsi, e i tecnici – che seguono in tempo reale lo spostamento delle sonde spedite in cielo – sganciano il payload , grande come una scatola da scarpe e contenente tutti i circuiti che gli permettono da fungere da ripetitore radio, che aggrappato ad un paracadute plana lentamente verso il suolo.

Nonostante dunque sia necessario rimpiazzare continuamente gli aerostati, il costo dell’operazione sembra essere accettabile: l’alternativa, se si volesse raggiungere l’intera area coperta da un pallone, sarebbe quella di imbarcarsi in costosi cablaggi di ampie zone quasi disabitate , senza contare il valore delle costose apparecchiature che compongono i punti nodali e di ingresso/uscita dal network telematico.

L’idea sembrerebbe essere talmente buona da aver catturato l’attenzione di Google . L’azienda di Mountain View, che si è lanciata nell’asta per l’assegnazione di alcune frequenze radio dello spettro a stelle e strisce, sarebbe interessata ad adottare la tecnologia di Space Data per veicolare i suoi servizi futuri: qualcuno sostiene persino che BigG potrebbe decidere di rilevare l’intera compagnia , ma per il momento si tratta di semplici voci da raccogliere con beneficio d’inventario.

Un solo ostacolo, più o meno grande a seconda dei punti di vista, si frappone tra Jerry Knoblach, la sua Space Data e il successo: il fattore inquinamento . Se il carico, che nella stragrande maggioranza dei casi viene recuperato e riutilizzato, garantisce un impatto nullo o quasi per l’ambiente, lo stesso non può dirsi dei palloni.

Abbandonati al proprio destino a decine di chilometri di altitudine, di solito scoppiano entro 48 ore dal lancio: i frammenti di lattice si disperdono, precipitando al suolo in decine di residui di varie misure, e gli ecologisti sostengono possano causare danni seri a tartarughe, pesci e cetacei che possono scambiarli per cibo. Space Data ribatte che il tempo di biodegradabilità dei suoi palloni equivale a quello di “una foglia caduta da un albero”: talmente breve da causare poco o nessun danno all’ecosistema.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
21 feb 2008
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