Web – “Cari utenti di SafeWeb, ci scusiamo per la qualità del servizio in questi ultimi tempi. Ma abbiamo dovuto rivalutare le prospettive del nostro business per la privacy online”. Comincia così la lettera che SafeWeb pubblica sul proprio sito in queste ore, annunciando la chiusura di uno dei più celebri servizi gratuiti per l’anonimato online.
“Per il futuro – continua la lettera – abbiamo deciso di chiudere il nostro servizio per la privacy gratuito. In futuro potremmo rilanciare il servizio ma a pagamento”.
L’azienda, che aveva messo in piedi un servizio capace di rendere anonime le navigazioni su web dei propri utenti e dunque mascherare i loro movimenti in rete, è stata travolta dai costi crescenti della banda e dal crollo della redditività dalla pubblicità.
Si tratta di una nuova disfatta per “l’anomimato gratuito” dopo quanto accaduto con ZeroKnowledge. In entrambi i casi ci si trova dinanzi a servizi per l’anonimato di grande rilievo ma utilizzati da pochi, dunque incapaci di generare sufficienti “revenue”.
SafeWeb, così come ZeroKnowledge, avevano ottenuto molta visibilità proprio grazie alla natura dei propri servizi. Ed è di certo interesse scoprire che proprio in un momento nel quale più forte è la pressione al controllo e al monitoraggio dell’utenza internet entrambe le aziende si trovano a dover cessare i servizi che così tanta pubblicità le avevano portato.
“Non abbiamo ancora deciso se rimanere in qualche modo in questo mercato consumer perché ci stiamo muovendo sul mercato della sicurezza d’impresa” – spiegano ora i responsabili di SafeWeb. Il servizio gratuito per l’anonimato viene ora definito dall’azienda “un sistema idealistico, non giustificato dai profitti… E’ una visione che intende proteggere la privacy degli utenti e aggirare le censure governative, ad aprire canali di comunicazione, a promuovere la democrazia e la libertà di parola”. Tutti ideali che, sul piano business, non significano abbastanza…