E-gratis/ The Times online si paga

E-gratis/ The Times online si paga

Lo ha preannunciato il boss del giornale, che lascerà gratuite alcune porzioni del sito ma soltanto ai lettori britannici. Quelli d'oltreManica dovranno pagare
Lo ha preannunciato il boss del giornale, che lascerà gratuite alcune porzioni del sito ma soltanto ai lettori britannici. Quelli d'oltreManica dovranno pagare


Londra – La versione online del “The Times”, il prestigioso quotidiano britannico che fa parte dell’impero mediatico di Murdoch, farà presto pagare l’accesso a diverse parti del sito e, in particolare, pagheranno i lettori non britannici. Una “mossa” che sta facendo discutere ma che, a sentire la dirigenza del quotidiano, non è più prorogabile.

Stando ad un articolo apparso su un altro quotidiano britannico, il Guardian, il direttore generale di Times Newspapers, Paul Hayes, ha dichiarato che “la marcia gratuita è finita e sono finiti i giorni dei contenuti gratuiti”.

Dunque, a breve distanza dall’annuncio di un altro importante quotidiano, Financial Times, che prevede di far pagare 100 dollari l’anno per l’accesso a certe parti del proprio sito , gli scenari dell’editoria britannica tradizionale alle prese con la rete sembrano delinearsi.

A quanto pare Times Online non farà pagare tutti i propri contenuti ma chiederà abbonamenti diversi per le singole parti del proprio sito, cercando quindi di ridurre al massimo l’impatto che la novità avrà sul numero di lettori che oggi visitano le sue pagine web.

Particolare, in questo senso, la scelta di “colpire” soprattutto i lettori che non siano britannici: secondo i gestori del Times Online, infatti, è possibile capire con una precisione del 90 per cento se un lettore è britannico oppure no. Per i soli inglesi, invece, saranno a disposizione gratuitamente alcuni dei contenuti di dieci canali tematici.

“Il Times – spiega Hayes – è stato il primo editore britannico a riconoscere l’importanza dei contenuti online. Internet offre straordinarie opportunità commerciali e noi intendiamo sfruttarle”. “A noi non piacciono – ha continuato il manager – i modelli di business che non prevedono un ritorno sui nostri investimenti. Far pagare i contenuti non è un’idea nuova, gli editori lo hanno fatto per 200 anni”.

A quanto pare, infine, anche la BBC sta valutando la possibilità di far pagare i lettori, ma solo quelli d’oltreManica.

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Pubblicato il
20 mar 2002
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