Ebooks.3/ Il libro: dalla carta ai bit

Ebooks.3/ Il libro: dalla carta ai bit

di Massimo Mantellini. Se ne parla solo in luoghi comuni: la bellezza delle rilegature, il profumo della carta, il fascino del contatto. Per non dimenticare l'acustica del fruscio del foglio nonché l'estetica di una libreria ricolma
di Massimo Mantellini. Se ne parla solo in luoghi comuni: la bellezza delle rilegature, il profumo della carta, il fascino del contatto. Per non dimenticare l'acustica del fruscio del foglio nonché l'estetica di una libreria ricolma


Roma – Esiste qualche incertezza sul futuro degli ebook. I maghi delle statistiche, sempre prodighi di informazioni sul nostro futuro tecnologico hanno deciso, su questo argomento, di non esporsi troppo, tale deve essere l’incertezza sul futuro successo del sostituto elettronico alle pagine su carta.

I dati disponibili sono questi: secondo Jupiter Media Metrix sono stati venduti non più di 50.000 ebook reader in USA e l’esplosione del mercato del libro elettronico non avverrà prima del 2005. Un recente studio di Seybond Research indica che il numero di persone che vorrebbero acquistare una ebook appliance o amerebbero leggere un ebook sul proprio PDA o sul proprio PC non supera il 12% degli intervistati. Tutti sembrano essere concordi sul fatto che il mercato non è ancora maturo.

Eppure, ad inizio anno Microsoft ha diffuso uno studio in cui prevede che nel 2009 molte delle informazioni che oggi leggiamo su carta saranno maggiormente disponibili in formato elettronico, indicandoci la fine del primo decennio del secolo come il punto di passaggio dalla versione cartacea a quella in bit. Conosciamo bene la capacità visionaria di Bill Gates eppure, per qualche ragione, tali previsioni non sono più disponibili sul sito Microsoft, quasi ad indicare una parziale retromarcia. Molti dei numeri appena citati sono fortemente influenzati da una serie di convinzioni che accomunano quanti usualmente si dedicano alla lettura su schermo per ragioni di lavoro e studio. Uno dei motivi per cui il consumo di carta pare per nulla rallentato dalla diffusione degli elaboratori elettronici, risiede proprio nel fatto che il nostro occhio non gradisce la lettura prolungata di testo sul monitor di un PC preferendogli quella confortevole e usuale della pagina stampata.

Ovunque si facciano domande al riguardo, poi, si assiste a un tripudio di luoghi comuni sulla bellezza delle rilegature, sul profumo della carta, sul fascino del tatto della pagina. Per non dimenticare la piacevole acustica del fruscio del foglio nonché l’immancabile ritorno estetico derivante da una libreria colma di testi. Tutto giusto e tutto vero, almeno in parte. Sembriamo quasi un paese di raffinati bibliofili e invece, come è noto, leggiamo pochissimo.

Sul versante opposto, i pochi entusiasti della rivoluzione elettronica applicata al libro sostengono che finalmente chiunque potrà pubblicare il proprio lavoro al di fuori dei meccanismi selettivi e complessi dell’industria editoriale. L’ondata di entusiasmo che ha avvolto le possibilità di comporre e vendere finalmente il frutto del proprio ingegno senza mediatori sembra però finita ancor prima di cominciare: sono comparsi nuovi intermediari web che, se da un lato garantiscono royalties agli autori ben più sostanziose rispetto a quelle della editoria tradizionale (mediamente circa il 50% del costo), dall’altro non fanno molto di più che aggiungere un titolo ad un lungo elenco sul web, curandone in minima parte il marketing. E anche in questo campo si registrano già adesso i primi ridimensionamenti. Uno dei più importanti di questi siti di intermediazione elettronica fra scrittori e lettori, l’americano Mightyword.com, ha recentemente annunciato un ridimensionamento del numero di titoli disponibili e una netta riduzione delle percentuali che passerà agli autori per ogni ebook venduto.

Dalla parte delle case editrici e dei produttori di software e hardware per ebook si registrano invece reazioni più convinte. Sembrano tutti dell’idea che il successo del libro elettronico sia alle porte e che sarà uno dei business del futuro, in special modo per quanto attiene, oltre alla vendita online di romanzi e libri di divulgazione, all’editoria aziendale e di consultazione dove si attendono rivoluzioni sostanziali. Non deve quindi stupire che le più grandi librerie virtuali come Amazon e Barnes&Noble abbiano già un nutrito catalogo di e-book in vendita via Internet.

Si tratta nella grande maggioranza dei casi di trasposizioni in formato elettronico di opere cartacee di larga eco quali i romanzi di Stephen King, di Ken Follet e di molti altri autori già affermati. In Italia, fino ad ora, il più importante esperimento di parziale conversione elettronica del proprio catalogo sembra quello tentato da Apogeo insieme a Longanesi e basato sulla vendita online di ebook in piattaforma Adobe PDF di cui abbiamo accennato nel numero scorso di questo dossier durante l’intervista a Virginio Sala, direttore editoriale di Apogeo.

Oltre a Apogeo e Longanesi la casa editrice Piemme ha recentemente rilasciato la versione digitale di alcuni suoi testi per bambini di Geronimo Stilton che sono acquistabili a circa 10 dollari su cyberead.com in formato MS reader. Sono inoltre già noti da alcuni mesi gli accordi commerciali che legheranno la futura commercializzazione di testi dell’editore Mondadori e de IlSole24Ore al Reader di Microsoft .

Quello che sembra pacifico per tutti gli addetti ai lavori è che la strada del successo per gli ebook non potrà passare solo attraverso una conversione di formato (dalla carta ai bit) ma dovrà soprattutto costringere gli autori e (soprattutto) gli editori a ripensare lo strumento “libro” incorporando al suo interno nuove possibilità di espressione e consultazione. Sempre che si riesca a raggiungere un equilibrio fra le esigenze di protezione del testo elettronico e la sua fruibilità da parte del lettore. Esistono molti interrogativi aperti su questo delicato argomento. Ne parleremo la prossima settimana.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
2 dic 2000
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