Egitto e Libia contro i blog liberi

Egitto e Libia contro i blog liberi

Le autorità dei due paesi nordafricani incarcerano due giovani dissidenti che pubblicavano articoli sui propri blog. Dietro le sbarre un 52enne di Tripoli ed un 21enne dell'università islamica di Al Azhar in Egitto
Le autorità dei due paesi nordafricani incarcerano due giovani dissidenti che pubblicavano articoli sui propri blog. Dietro le sbarre un 52enne di Tripoli ed un 21enne dell'università islamica di Al Azhar in Egitto


Tripoli (Libia) – Per trovare una Internet imbavagliata non importa andare in Cina: basta attraversare il Mediterraneo. Esprimere la propria opinione attraverso un blog, almeno in Egitto ed in Libia, può diventare un’attività facilmente etichettabile come sovversiva. Due giovani scrittori residenti nei due paesi islamici sono finiti dietro le sbarre per aver mosso critiche non consentite all’operato dei rispettivi governi.

Abd al-Mansuri, 52enne, è finito in manette e trascinato in un carcere di Tripoli: l’articolista, che collaborava con la testata britannica Akhbar Libya , è stato catturato dai servizi speciali di sicurezza dell’esercito libico. Secondo Human Rights Watch si è trattato di repressione in grande stile: “E’ stato accusato di possedere illegalmente alcune armi”, sostiene un’avvocatessa dell’organizzazione, “ma in realtà le autorità gli sono saltate addosso semplicemente per ciò che al-Mansuri scriveva”.

Al-Mansuri infatti sosteneva una linea politica assai distante da quella dell’attuale leader rivoluzionario che tiene la Libia sotto una sorta di monarchia assoluta. “Gli agenti dei servizi di sicurezza hanno duramente interrogato Al-Mansuri su ciò che scriveva riguardo il governo”, hanno dichiarato i familiari dell’imputato durante il sopralluogo dei membri di Human Rights Watch. Anche Reporters Sans Frontières ha confermato questa versione, aggiungendo che i funzionari del governo di Tripoli non hanno voluto rilasciare alcuna delucidazione riguardo l’accaduto, immediatamente insabbiato “da un sistema di informazione pubblica e privata totalmente in mano al regime”.

L’altro caso di censura d’oltremare riguarda uno studente della prestigiosa università islamica di Al-Azhar, in Egitto, fulcro ideologico e culturale del fondamentalismo sunnita e dell’organizzazione integralista dei Fratelli Musulmani . Abdulkarim Nabil Seliman, 21anni, risulta desaparecido : il giovane, sostenitore dei diritti della comunità cristiana locale ed oppositore del fondamentalismo islamico, è stato prelevato durante la notte da un gruppo di poliziotti.

La madre di Abdulkarim, riporta Human Rights Watch, è disperata e non ha idea riguardo alla sorte di suo figlio. “Sono venuti di notte ed hanno sottratto ogni scritto, ogni cosa studiata da mio figlio”, dichiara la donna. “Hanno confiscato computer e qualsiasi altra attrezzatura”: Abdulkarim corrispondeva per una testata online, Copts United , oltre a mantenere un blog personale e corrispondere con il portale liberale Rezgar .

Secondo il Jerusalem Post la polizia non ha rilasciato alcuna informazione riguardo all’insolito arresto, il primo del genere nella recente storia di Internet in Egitto. Alcuni blogger vicini a Seliman parlano di un complotto organizzato dai musulmani salafiti , una corrente religiosa che Seliman aveva pubblicamente attaccato in molti suoi scritti.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
8 nov 2005
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