EmoNet è l'IA che capisce da un selfie come ti senti

EmoNet capisce come stai da un selfie (o ci prova)

Un progetto interessante, ma perfettibile: un'intelligenza artificiale messa a punto al fine di interpretare le emozioni di chi viene fotografato.
EmoNet capisce come stai da un selfie (o ci prova)
Un progetto interessante, ma perfettibile: un'intelligenza artificiale messa a punto al fine di interpretare le emozioni di chi viene fotografato.

Messa a punto dai ricercatori della University of Colorado in collaborazione con quelli della Duke University, EmoNet è una rete neurale capace di analizzare un’immagine che ritrae il nostro volto (come potrebbe essere un selfie) e associarle uno stato d’animo, selezionandolo tra quelli che è in grado di riconoscere.

EmoNet è l’IA che riconosce le emozioni

Gli algoritmi che compongono l’intelligenza artificiale sono stati istruiti dando loro in pasto un totale pari a 137.482 frame estratti da 2.187 video differenti, preventivamente relazionati a 27 diverse categorie emozionali: dall’ansia fino alla tristezza. Così facendo hanno imparato a classificare lo stato emotivo di chi è inquadrato in una fotografia, focalizzando l’attenzione su dettagli come il taglio dello sguardo, la posizione della bocca o quella delle sopracciglia.

EmoNet, l'IA che interpreta gli stati d'animo dalle foto

Sulla base dei test condotti sottoponendo a EmoNet un database composto da 25.000 immagini è possibile affermare che l’identificazione avviene in modo piuttosto efficace, ma non perfetto. È stata apprezzata una maggiore accuratezza con i soggetti che mostrano desiderio e terrore. Meno precisa invece la lettura di chi prova confusione, timore o sorpresa. Questo perché, secondo i ricercatori, i tratti analizzati risultano parecchio simili a quelli di chi si trova in uno stato d’animo riconducibile a divertimento, felicità o soggezione.

EmoNet, l'IA che interpreta gli stati d'animo dalle foto

Un sistema di questo tipo, secondo i responsabili del progetto, potrebbe un giorno trovare un’applicazione concreta in ambito medico, ad esempio durante il percorso terapeutico in seguito a un trauma o come supporto per il trattamento di alcuni disturbi mentali. L’affidabilità è in ogni caso tutta da dimostrare: uno studio pubblicato il mese scorso su SAGE Journals e relativo proprio a tecnologie simili afferma che al momento non esistono IA abbastanza evolute per occuparsi con accuratezza di individuare le emozioni.

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Pubblicato il
31 lug 2019
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