Il pericolo recente più grave per la sussistenza economica di Linux e del software FOSS arriva dalla teutonica città di Berlino: una corte locale dovrà presto decidere su un caso che coinvolge due produttori specializzati nell’armeggiare con il kernel del Pinguino, sentenziando sulla validità o meno dei dettami della licenza di distribuzione GPL.
Le parti in causa sono il produttore di router AVM e la società specializzata in filtri software Cybits : la prima accusa la seconda di modificare il kernel Linux installato sui suoi router, eliminando alcuni moduli “alterati” dal produttore per la realizzazione dei firmware per i suoi router.
Cybits non è autorizzata a maneggiare con tanta libertà il firmware dei router, sostiene AVM, anche se quest’ultimo integra la tecnologia software che è alla base del modo FOSS – il kernel Linux appunto. Ma la licenza GPL è nata proprio per questo motivo , cioè per garantire a tutti il diritto di modificare il codice libero e l’obbligo per chi lo modifica di ridistribuire queste modifiche in seno alla community.
“Se vincesse in tribunale sarebbe disastroso per il mercato globale dei dispositivi embedded” prospetta Free Software Foundation Europe per bocca di Matthias Kirschner: se AVM riuscirà a imporre la propria visione delle cose alla corte, scrive allarmato Kirschner, i produttori di smartphone (Android), hardware di rete e tutti gli altri prodotti basati su Linux saranno costretti a fare i conti con una situazione senza precedenti per il mondo dell’open source.
Alfonso Maruccia
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27 giu 2011