Google dice addio agli UAV di Titan

Google dice addio agli UAV di Titan

Continua la ristrutturazione delle attività di Alphabet. Questa volta i rimaneggiamenti riguardano i droni d'alta quota e i servizi satellitari
Continua la ristrutturazione delle attività di Alphabet. Questa volta i rimaneggiamenti riguardano i droni d'alta quota e i servizi satellitari

È in corso una forte razionalizzazione sui progetti di casa Google. È evidente la volontà di drenare risorse per rifocillare progetti commercialmente più appetibili oltre che la necessità per l’azienda di gestire in modo più oculato le sue risorse finanziarie. Attualmente sono in corso molti “movimenti” che stanno coinvolgendo nello specifico specialisti portati in casa a seguito di acquisizioni di aziende avvenute un paio di anni fa e confluite in diverse divisioni aziendali. In prima battuta le aree coinvolte sono la robotica di Titan (in particolare i droni) e la tecnologia per il mapping satellitare di Skybox Imaging .

droni Google

Titan Aerospace è entrata nel taccuino di aziende Google nell’aprile 2014. La stessa azienda era contesa anche da Facebook, interessata ad estendere le connessioni internet via cielo in aree remote del pianeta . Il team dell’acquisita ha lavorato al fianco degli ingegneri di Google all’interno della celebre divisione X. Oggi quella divisione è destinata a sparire riassegnando le risorse ai progetti Loon (connessione internet con palloni sospesi) e Wing (consegne per mezzo di droni). A confermarlo è un portavoce della divisione X a Techrunch.

“Il team di Titan è stato portato in X alla fine del 2015. Abbiamo finito la nostra esplorazione delle potenzialità degli UAV di alta quota per l’accesso a internet poco dopo. A titolo di confronto, in questa fase l’economicità e la fattibilità tecnica del progetto Loon introducono un modo molto più promettente per connettere zone rurali e remote del mondo. Molte persone del team di Titan stanno ora impiegando la loro esperienza nell’ambito di altri progetti legati al volo ad alta quota, tra cui Loon e Project Wing” è la dichiarazione fornita. E pensare che a marzo 2015, in occasione del Mobile World Congress, Sundar Pichai allora vicepresidente di Google aveva promesso che nel giro di pochi mesi i droni sarebbero stati pienamente operativi.

Chiusa la divisione “X”, Google sta inoltre valutando la vendita di Skybox Imaging (ribattezzata ” Terra Bella “). Il business del mapping satellitare sembra essere stato meno proficuo di quanto paventato inizialmente . La tecnologia è utile a rappresentare cambi climatici, disastri naturali ma anche monitorare le operazioni di carico nei porti e le auto nei parcheggi per effettuare stime di vendita, soluzioni su cui però Google non intende investire ulteriormente. Nemmeno l’impiego dei satelliti per estendere le connessioni internet nelle aree remote sembra appetibile . E pensare che le valutazioni iniziali avevano convinto Google a sborsare ben 500 milioni di dollari per l’acquisizione. A questo punto il prossimo acquirente potrebbe essere Planet Labs , azienda rivale intenta nel gestire una rete di tanti piccoli satelliti (Skybox invece ne preferisce pochi e grandi) in grado di catturare continuamente immagini ad alta risoluzione della Terra.

Viste le recenti sforbiciate anche al business delle connessioni in Fibra (il programma Google Fiber ha subito una seria rivisitazione del programma di sviluppo) e allo sviluppo delle auto che si guidano da sole (” Waymo ” non correrà più indipendentemente ma in partnership con case automobilistiche come FCA) appare evidente che Google stia rivendendo la sua strategia di sviluppo risparmiando e focalizzando meglio gli obiettivi primari su cui puntare.

Mirko Zago

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Pubblicato il
12 gen 2017
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