Bruxelles – Con il via libera della Commissione europea, il matrimonio tra Hewlett-Packard e Compaq appare meno difficile, sebbene ancora soffra delle incertezze dovute al diffuso dissenso all’operazione manifestato da importanti azionisti HP.
Giovedì scorso le autorità regolamentari europee hanno spiegato che la fusione dei due colossi, un’operazione valutata in 23,7 miliardi di dollari, non solleva problemi di competizione in Europa. Una decisione che potrebbe condizionare in positivo le autorità statunitensi, che stanno ancora esaminando l’operazione.
La decisione di Bruxelles potrebbe anche offrire al CEO di HP, Carly Fiorina, un maggiore spazio d’azione, necessario a vincere le fortissime resistenze che le famiglie eredi di Hewlett e di Packard hanno frapposto all’operazione. Pur rappresentando una minoranza dell’azionariato, infatti, gli eredi hanno il nome e il carisma per rendere le cose molto più difficili al management dell’azienda.
Sia Fiorina che Micheal Capellas, CEO di Compaq, hanno salutato con entusiasmo la decisione di Bruxelles mentre Walter Hewlett, il più fiero oppositore alla fusione dei due colossi, ha ribadito che l’operazione rappresenta “una scommessa sulla testa dell’azienda non adeguata per HP”. E ha sottolineato come i rivali di HP e Compaq, come IBM, Dell e Sun non si oppongono alla fusione: “Non c’è da sorprendersi: riteniamo che Dell, Sun e IBM siano felici alla prospettiva di una fusione che danneggerebbe così grandemente due delle loro rivali”.
La battaglia tra il management HP e gli eredi si combatte anche in rete. HP ha infatti messo in piedi un sito pro-fusione che si scontra con quello contro l’operazione, messo in piedi da Hewlett.