iFone, i danni e la beffa

iFone, i danni e la beffa

In Messico le telco che vendono iPhone e servizi correlati dovranno rinunciare a nominare il dispositivo Apple. L'organismo che vigila sulla proprietà intellettuale ha dato ragione alla telco che aveva registrato il marchio nel 2003
In Messico le telco che vendono iPhone e servizi correlati dovranno rinunciare a nominare il dispositivo Apple. L'organismo che vigila sulla proprietà intellettuale ha dato ragione alla telco che aveva registrato il marchio nel 2003

Gli operatori che in Messico intendono commercializzare e pubblicizzare offerte che comprendono un iPhone dovranno tentare di comunicare senza parole: le autorità locali, a seguito della denuncia da parte della telco locale iFone, già vittoriosa nei confronti di Apple, hanno stabilito che iPhone sarà innominabile .

Il caso era stato sollevato da Apple, nel 2009, denunciando la telco messicana iFone: il marchio scelto dall’azienda locale sarebbe stato troppo simile a quello con cui è universalmente noto il melafonino. Ma l’operatore messicano aveva fatto presente che il proprio marchio era stato registrato nel 2003, ben prima dell’avvento sul mercato del dispositivo Apple. I tribunali messicani avevano dato ragione alla telco locale: la Corte Suprema messicana ha confermato nel 2013 che iPhone è un marchio che non si può sfruttare entro i confini del Messico e ora è giunto il momento, anche per gli operatori, di rassegnarsi.

L’ Instituto Mexicano de la Propiedad Industrial (IMPI) ha stabilito che le telco locali America Movil, Telefonica e Iusacell non potranno continuare a pubblicizzare sul mercato dei piani telefonici associati alla denominazione “iPhone”: nella prospettiva dei consumatori, ha stabilito IMPI, la confusione generata dalla somiglianza dei due marchi è evidente e non sostenibile, ed entro 15 giorni gli operatori dovranno trovare una soluzione per vendere iPhone e servizi associati senza nominarli.

Gli operatori, salvo ricorsi e eventuali vittorie in appello, potrebbero dover corrispondere delle ammende che possono raggiungere i 1,35 milioni di pesos, poco meno di 80mila euro, e per iFone si apre la strada della richiesta dei danni: l’operatore potrà sottoporre il caso ai tribunali locali per richiedere un risarcimento commisurato allo svantaggio generato dalla somiglianza del marchio impiegato indebitamente dagli operatori concorrenti. ( G.B. )

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Pubblicato il
9 giu 2014
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