La calma di Ballmer, le lacrime di Gates

La calma di Ballmer, le lacrime di Gates

L'incontro con gli azionisti si chiude col sorriso del CEO dimissionario. Mentre il presidente spiega che la ricerca del successore prosegue. Mulally sempre in testa nella corsa, con Elop che registra una debacle di popolarità in Finlandia
L'incontro con gli azionisti si chiude col sorriso del CEO dimissionario. Mentre il presidente spiega che la ricerca del successore prosegue. Mulally sempre in testa nella corsa, con Elop che registra una debacle di popolarità in Finlandia

Ballmer è convinto che presto avrà “un sacco di tempo libero”, ma non ha ancora deciso come sfruttarlo. Nella sua ultima assemblea con gli azionisti in qualità di CEO ha difeso strenuamente la linea di rinnovamento da lui decisa per Microsoft , attaccata pochi giorni fa da Paul Allen: Bing, Xbox e tutta la costellazione di servizi e device su cui si baserà il business di Redmond sono indispensabili alla buona riuscita del piano di ristrutturazione, che dovrà essere portato a termine da chi gli succederà, probabilmente entro la fine dell’anno.

Gli azionisti riuniti al campus appena fuori Seattle hanno ascoltato il CEO difendere le proprie scelte e iniziative, compresa la appena approvata acquisizione miliardaria di Nokia: le “mosse coraggiose” sono necessarie in certi casi, ha spiegato Ballmer, e portarsi a casa la divisione smartphone di Espoo è stata una mossa coraggiosa quantomai necessaria . I racconti dell’intera assemblea dipingono di uno Steve molto composto e sereno, che ha tirato le somme della sua gestione durata 13 anni e ha ribadito che crede in futuro radioso per il marchio in cui milita da tre decadi. Alla domanda sul valore in Borsa del titolo, Ballmer ha metaforicamente scrollato le spalle (la partecipazione azionaria di Ballmer in Microsoft vale miliardi ): sotto la sua gestione gli utili si sono triplicati mentre la quotazione è scesa del 40 per cento, in futuro magari Wall Street si accorgerà della montagna di utili che annualmente Microsoft mette insieme e il titolo risalirà.

Più coinvolto emotivamente, almeno a giudicare dalle apparenze, il presidente Bill Gates: accommiatandosi dalla gestione Ballmer, i presenti segnalano la voce rotta con cui il co-fondatore di Microsoft ha celebrato la gestione del suo amico di vecchia data . Gates ha ricordato come in totale siano stati appena due i CEO dell’intera storia di Microsoft, lui stesso e appunto Ballmer: una situazione “inusuale” in assoluto, che ha caratterizzato lo sviluppo e le fortune della società e che probabilmente non si ripeterà in futuro. Gates è anche parte del comitato ristretto che sta valutando la nomina del prossimo amministratore delegato, e ha ribadito che le selezioni procedono bene e che il comitato a sentito “parecchi candidati”. Nessuno fa ancora nomi, ma il pole ci sarebbero sempre Mulally (che attualmente è CEO di Ford) e i soliti tre o quattro candidati interni : Nadella, Turner, Bates ed Elop.

Quest’ultimo, in particolare, è da molto tempo indicato come uno dei papabili: sebbene, come da proverbio, chi entra papa in conclave ne esce cardinale, ora l’ ipotesi accreditata è che Ballmer e Gates spingano per un percorso che veda Mulally prendere le redini oggi in qualità di “custode”, allenando e preparando lo stesso Elop (ma in alternativa anche Nadella o gli altri in corsa, compreso un outsider come Paul Maritz) a una successione a medio termine. La fama di Elop al momento non è stellare, la riunione degli azionisti Nokia che ha sancito la vendita degli smartphone a Microsoft pare sia stata ricca di contestazioni a suo danno, gli altri hanno tutto ricoperto ruoli di primo piano ma non sono ritenuti ancora pronti per guidare un’azienda da 100mila dipendenti e 80 miliardi di dollari di fatturato .

La riunione degli azionisti di ieri chiude idealmente l’era Ballmer. A chi gli succederà resta in dote il piano e la strategia decisi dal CEO uscente, mentre Steve non ha ancora deciso cosa fare in futuro (oltre a restare un’azionista Microsoft): qualcuno in sala gli ha suggerito di impegnarsi nella cosa pubblica , magari intervenendo nella digitalizzazione dello stato federale – da giorni negli USA divampa la polemica sulle scarse performance del sito sulla salute voluto nella amministrazione Obama. Ballmer ha ringraziato ironicamente i presenti per l’interesse mostrato nel cercargli un lavoro, ma ha non ha voluto dire nulla di definitivo sul prosieguo della propria carriera.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
20 nov 2013
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