Le big dell'IT per la virtualizzazione open source

Le big dell'IT per la virtualizzazione open source

Intel, IBM, HP e altri annunciano una nuova alleanza per diffondere il verbo della virtualizzazione basata sul kernel di Linux. Per favorire l'interoperabilità ma soprattutto per combattere contro VMware
Intel, IBM, HP e altri annunciano una nuova alleanza per diffondere il verbo della virtualizzazione basata sul kernel di Linux. Per favorire l'interoperabilità ma soprattutto per combattere contro VMware

Si chiama Open Virtualization Alliance (OVA), ed è la nuova alleanza dei protagonisti di primo piano dell’industria IT tesa a promuovere uno standard di virtualizzazione aperto, interoperabile e al passo con le esigenze della clientela. Ma soprattutto, OVA vuole fronteggiare l’asso pigliatutto VMware e la sua strategia di conquista del mercato.

Fanno parte di OVA Intel, IBM, Hewlett-Packard, Novell, BMC, Eucalyptus Systems e Red Hat. L’alleanza intende fornire assistenza tecnica ed “educare” le aziende sulle pratiche ottimali per “comprendere e valutare” le opzioni di virtualizzazione disponibili, e in particolare a promuovere l’adozione della tecnologia Kernel-based Virtual Machine (KVM) che impiega il kernel Linux come hypervisor del sistema di virtualizzazione.

Ed è appunto il codice FOSS di KVM la base della strategia di mercato adottata da OVA , nella speranza che lo standard conquisti terreno fornendo alle aziende la possibilità di integrare tecnologie e sistemi differenti senza doversi troppo preoccupare di incompatibilità, problemi di deployment e lock-in forzato in specifiche piattaforme e tecnologie.

La virtualizzazione interoperabile promossa da OVA serve prima di tutto a rallentare il passo a VMware , un’azienda che a detta dei partecipanti all’alleanza “sta seguendo una strategia sul genere di Microsoft” con la creazione di un grande ecosistema e l’acquisizione di tecnologie, una strategia capace di sbaragliare i concorrenti di minori dimensioni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 mag 2011
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