Mac-like/ Medicina amara ma salutare

Mac-like/ Medicina amara ma salutare

Di Lucio Bragagnolo. Pressoché centrato l?obiettivo di ridurre l?inventario in eccesso, Apple ora punta sui nuovi annunci del Macworld. Ma non subito
Di Lucio Bragagnolo. Pressoché centrato l?obiettivo di ridurre l?inventario in eccesso, Apple ora punta sui nuovi annunci del Macworld. Ma non subito


Web – Sono arrivati i risultati finanziari del primo trimestre fiscale 2001 e Apple ha denunciato una perdita di 195 milioni di dollari. E ‘ un miglioramento molto relativo rispetto ai circa duecentocinquanta milioni di rosso del trimestre prima, dovuto alla capacità di Steve Jobs di far fruttare le azioni in mano ad Apple: senza i guadagni derivanti dalla vendita di azioni Akamai e Arm (quelli che facevano i processori del Newton MessagePad) la perdita effettiva sarebbe stata di 247 milioni di dollari.

Nel bene e nel male, Apple ha mantenuto le promesse: Jobs in persona (mai successo negli ultimi anni) aveva dichiarato che l?azienda avrebbe scelto la strada coraggiosa di concentrare le perdite il più possibile nel trimestre natalizio, per riportare il più presto possibile alla normalità il livello di scorte computer non ancora venduti, che dalle cinque settimane usuali si era dilatato fino a undici settimane circa, il tutto anche a costo di perderci soldi.

Andava fatto ed è stato fatto: Jobs ha potuto annunciare per questo trimestre livelli di inventario a cinque settimane e mezzo. Apple, come ha dichiarato testualmente il suo capo, “ha preso la medicina” e, per quanto di sapore amaro, questa ha fatto effetto.

Apple ha l?influenza ma non corre pericolo di vita, anzi; per un certo verso non è mai stata meglio. In cassa ci sono quattro miliardi di dollari di liquidità che garantiscono la possibilità di superare qualsiasi tempesta e continuare a investire in ricerca, sviluppo e design, cosa che si è vista con un?abbondanza di annunci di nuovi prodotti al Macworld, come raramente negli anni. I soldi ci sono, quindi, e le idee non mancano. Ora si tratta di vedere se verrà superata la crisi di percezione.

Per la stampa, infatti, mediamente “perde soldi” significa “sta per fallire”. Allora si scrive che Apple sta per fallire. Così la gente non compra più Apple, che perde più soldi di prima e così via. Invece la realtà è diversa e basta guardare sia i numeri che la gamma dei prodotti.


Il trimestre natalizio è passato (per Apple, come per varie altre società americane, il “primo trimestre fiscale” va effettivamente dal primo ottobre al trenta dicembre dell?anno precedente) e quello che segue, il secondo trimestre fiscale, è tradizionalmente il più debole nella storia dell?azienda. Il tutto in un quadro di riduzione generalizzata della spesa informatica (anche Gateway , Hewlett-Packard , Ati e Rambus si sono aggiunte all?elenco delle aziende con risultati inferiori alle aspettative) e senza l?apporto dei nuovi prodotti Apple.

Eh, sì: il G4 portatile Titanium, per quanto straordinario, sarà disponibile a partire da fine mese; i G4 tower arriveranno a fine febbraio, compreso il modello di punta con il SuperDrive che legge e scrive sia Cd che Dvd, e Mac OS X sarà nei negozi esattamente il 24 marzo.

Nel complesso, Apple affronterà la gran parte del trimestre con la linea di prodotti attuale, preMacworld. Morale: non guardiamo troppo ai risultati del secondo trimestre e limitiamoci ad augurarci che Apple ritorni al profitto, o minimizzi le perdite, perché i conti veri si faranno a partire dal terzo trimestre.

Nel frattempo, questo articolo viene scritto su un PowerBook G3 FireWire con Mac OS X Public Beta, la versione preliminare in vendita da settembre. Essendo software preliminare mancano tante funzioni e c?è qualche problema sporadico, ma la compatibilità è perfetta (riesco persino a giocare a Baldur?s Gate ) e le possibilità offerte dalle fondamenta Unix appaiono veramente promettenti.

Mac OS X va tenuto d?occhio: potrebbe essere uno dei fattori favorevoli ad Apple di quelli che nessuno si aspetta.

Lucio Bragagnolo

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Pubblicato il
25 gen 2001
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