Microsoft, il giudice vuole saperne di più

Microsoft, il giudice vuole saperne di più

Per determinare le sanzioni, il magistrato ha dichiarato di voler assumere nuove informazioni su software, tecnologie portatili e dintorni. Soddisfatti gli stati
Per determinare le sanzioni, il magistrato ha dichiarato di voler assumere nuove informazioni su software, tecnologie portatili e dintorni. Soddisfatti gli stati


Washington (USA) – Si allontana ulteriormente la vera conclusione del procedimento antitrust contro Microsoft, azienda condannata per abuso di posizione dominante ma che da lungo tempo è in attesa di conoscere con quali sanzioni verrà punita o, più probabilmente, come il tribunale intenderà impedire ulteriori abusi.

Nelle scorse ore, infatti, Colleen Kollar-Kotelly, il giudice che presiede il caso, ha spiegato che prima di decidere come comportarsi nella definizione di quelli che vengono definiti “remedies” dovrà comunque saperne di più sulla tecnologia e sui suoi mercati.

“Ho deciso – ha spiegato alle parti – di avere bisogno di più informazione specifica, francamente”. Il magistrato ha fatto espressamente riferimento alle nuove tecnologie, come quelle portatili, ritenendo di dover comprendere il loro mercato per sapere se i remedies saranno o meno efficaci.

Le dichiarazioni del giudice rappresentano una vittoria parziale per i nove stati che ancora perseguono Microsoft nel processo. Questi hanno ora maggiori speranze di riuscire ad “appesantire” le sanzioni così come hanno finora chiesto al tribunale. “Oggi – ha infatti affermato uno dei legali dello Stato della California – il giudice ha reso chiaro che noi possiamo portare tutte le prove in nostro possesso e che lei quantomeno le prenderà in considerazione”.

Secondo il portavoce di Microsoft, Jim Desler, le dichiarazioni del giudice “non sorprendono” e questo perché Kollar-Kotelly per tutto il procedimento avrebbe mantenuto, secondo Desler, un atteggiamento di cautela e prudenza. “Da parte nostra – ha spiegato Desler – intendiamo continuare ad insistere sul fatto che gli stati stanno cercando di mettere in mezzo prodotti e mercati che nulla hanno a che vedere con il caso”.

Il giudice ha peraltro già messo in chiaro che potrà accettare nuovi argomenti per individuare le migliori sanzioni, ma certamente non per ampliare le accuse di abuso del mercato rivolte a Microsoft.

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Pubblicato il 28 mar 2002
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