Roma – I giochi non sono ancora fatti e Microsoft rischia ancora di essere ulteriormente perseguita da alcuni stati americani, ma il peggio per l’azienda di Redmond parrebbe davvero passato. Sarebbero infatti soltanto cinque gli stati americani, sei con il Distretto di Columbia, a non accettare per il momento il compromesso firmato da Microsoft con il ministero della Giustizia (DOJ).
Degli altri 12 stati coinvolti nell’accusa, 9 sono pronti a sottoscrivere l’intesa e altri 3 ancora tentennano e cercheranno di sfruttare il tempo in più per decidere, concesso loro dal giudice. Il punto chiave, però, è che ora Microsoft sembra avere dinanzi a sé una discesa e non più una montagna insuperabile.
Come noto, l’accordo prevede una sorta di “libertà vigilata” per Microsoft dalla durata di cinque anni, periodo nel quale un comitato di tre esperti vigilerebbe sulla condotta di mercato dell’azienda. Qualora questa, in qualche occasione,uscisse dai limiti imposti dal tribunale, i cinque anni potrebbero diventare sette. Inoltre Microsoft si impegna ad eliminare i termini restrittivi sui contratti con i costruttori di computer nonché gli accordi speciali sui prezzi. Infine Microsoft si impegna a condividere con le imprese rivali le informazioni necessarie a consentire la realizzazione di software che si integrino al meglio in Windows.
Alcuni elementi dell’intesa sono ancora in discussione e lievi modifiche potrebbero essere apportate come già accaduto su richiesta di alcuni stati. Da un lato, il giudice distrettuale Colleen Kollar-Kotelly potrebbe concedere un tempo ulteriore agli stati che devono ancora prendere una decisione in materia, dall’altro Microsoft fa sapere che per l’azienda “il tempo dei negoziati” è esaurito e chiede di andare avanti. Ma non si può escludere che il tribunale agevoli un “secondo round” da parte degli stati “dissidenti” che comprendono, tra gli altri, anche la California, stato che con il suo alto tasso di compagnie hi-tech rischia di pesare molto sull’esito finale.
Seppure ancora rimangano aperte alcune incertezze, e nonostante il procedimento antitrust a cui Microsoft è sottoposta anche in Europa , secondo molti appare comunque probabile che nei prossimi giorni a Redmond, nel quartier generale dell’azienda, il problema del processo esca dalla lista delle questioni assolutamente prioritarie…