Pechino (Cina) – “Stiamo andando molto bene qui, stiamo crescendo rapidamente ma certamente una delle cose che trattiene la nostra crescita e quella del resto dell’industria del software è la situazione della proprietà intellettuale”. Così il presidente della divisione Asia di Microsoft, Micheal Rawding, ha spiegato alla Reuters quali sono le maggiori preoccupazioni dell’azienda relativamente al mercato cinese, mercato destinato ad aprirsi ulteriormente con l’ingresso ormai ufficiale della Cina nel WTO, l’organizzazione mondiale del commercio.
Secondo Microsoft, sono stati ottenuti ancora pochi “risultati concreti” nella lotta antipirateria in Cina, paese nel quale il tasso di programmi copiati in circolazione rispetto alla quantità di software legalmente acquisito è addirittura superiore al 90 per cento.
Microsoft, che in queste settimane sta lanciando in tutto il mondo il suo nuovo sistema operativo, Windows XP , pur riconoscendo alla Cina il merito di aver preso una serie di provvedimenti che mirano a scoraggiare la pirateria e reprimere il fenomeno, considera il paese ancora nella fase iniziale per quanto concerne la tutela della proprietà intellettuale.
Secondo la BSA, l’alleanza dei produttori del software proprietario, l’anno scorso in Cina le mancate vendite delle imprese del settore a causa della pirateria hanno raggiunto e superato quota 1,1 miliardi di dollari. Come sempre, si tratta di dati che non affrontano però la questione più delicata, ovvero se chi ha comprato per pochi yuan un software pirata sarebbe stato disponibile all’acquisto di quello stesso software per un prezzo molto superiore.
Va detto comunque che i rapporti tra Governo cinese e Microsoft, che alcuni davano come incrinati per la presunta sfiducia che Pechino avrebbe rispetto al software dell’azienda e alle sue pratiche di mercato, sembrano ottimi. Il ministero dell’Industria dell’Informazione ha “ringraziato sinceramente” Microsoft nel corso della cerimonia di lancio del nuovo Windows.