Microsoft, pressioni sul WTO

Microsoft, pressioni sul WTO

L'azienda di Bill Gates pare pronta a tutto per fare in modo che si decida il bando dei cyberdazi doganali. E presenta un libro bianco sull'E-commerce
L'azienda di Bill Gates pare pronta a tutto per fare in modo che si decida il bando dei cyberdazi doganali. E presenta un libro bianco sull'E-commerce


Redmond (USA) – Microsoft all’attacco con il WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio. Per la seconda volta in due mesi, ma a meno di due settimane dall’inizio del vertice dell’organismo internazionale a Seattle, Microsoft ha chiesto alla comunità internazionale che si vari una norma che preveda l’abolizione delle tariffe doganali sugli acquisti effettuati online.

Microsoft, con l’appoggio indiretto dei parlamentari americani che in blocco chiedono che l’E-commerce sia al primo punto dell’ordine del giorno della riunione del WTO, deve riuscire a vincere la resistenza dei paesi in via di sviluppo. I paesi meno ricchi, infatti, già da mesi fanno sapere di essere contrari, nel timore che, attraverso il commercio elettronico, i prodotti americani, di qualità e prezzo competitivi, possano colpire mortalmente i mercati interni.

Microsoft, che ha parlato per bocca di Bernard Vergnes, boss dell’azienda in Europa, MedioOriente e Africa, ha affermato che “come minimo si dovrebbe confermare una moratoria antidazi fino alla fine del lavoro triennale di elaborazione”. Un triennio, infatti, è stato previsto dal WTO per fare il punto sull’intera questione del commercio elettronico e delle sue conseguenze sull’economia mondiale.

Secondo Vergnes, la UE è fondamentalmente d’accordo con questa visione mentre i paesi in via di sviluppo “probabilmente non comprendono pienamente i benefici che potrebbero ottenere da un ambiente commerciale aperto e molto libero”.


Vergnes ha sostenuto che il primo interesse dell’azienda è impedire lo sviluppo di barriere commerciali che mettano a rischio lo sviluppo dell’E-commerce. E ha spiegato che in un libro bianco Microsoft prevede che le entrate mondiali dovute all’E-comm saliranno entro il 2000 ad una cifra compresa tra i 350 e i 500 miliardi di dollari, ovvero tra il 5 e il 9,4 per cento del volume commerciale mondiale.

Il manager Microsoft ha però contestato un dettaglio importante della posizione della UE sui cyberdazi doganali, sostenendo che la classificazione delle trasmissioni elettroniche di software come servizio, pone molti problemi: “sembrerebbe stupido vedere lo stesso prodotto classificato diversamente se si trova su un CD, per esempio, o se viene trasmesso elettronicamente. E’ lo stesso prodotto e crediamo che dovrebbe essere trattato nello stesso modo e come bene tradizionale”.

Il libro bianco Microsoft, ha spiegato Vergnes, è una proposta a tutti i governi che vogliano fare dell’E-commerce il motore dello sviluppo.

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Pubblicato il 29 nov 1999
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