Netflix dovrà trasmettere in streaming alcuni canali televisivi russi

Netflix dovrà trasmettere in streaming alcuni canali televisivi russi

Netflix se vuole essere aggiunta al registro dei servizi audiovisivi in Russia dovrà trasmettere in streaming alcuni canali televisivi russi.
Netflix dovrà trasmettere in streaming alcuni canali televisivi russi
Netflix se vuole essere aggiunta al registro dei servizi audiovisivi in Russia dovrà trasmettere in streaming alcuni canali televisivi russi.

Dal Cremlino arriva la notizia che Netflix sta cercando di entrare nel registro dei “servizi audiovisivi” in Russia. L’approvazione è stata programmata, in teoria, per martedì prossimo. Tuttavia ciò avverrà non senza compromessi, per l’esattezza due. In primo luogo il colosso americano dovrà offrire almeno alcuni canali televisivi federali russi in streaming. In secondo luogo, registrare una società russa.

Netflix deve trasmettere alcuni canali televisivi russi e avere una società in Russia

Entriamo nei particolari di questa vicenda. In sostanza, Netflix ha fatto richiesta di poter essere aggiunta al registro dei “servizi audiovisivi” russo. Per poter essere approvato, il colosso americano, da marzo 2022, sarà obbligato a offrire ai suoi utenti in Russia alcuni canali federali russi. Nello specifico stiamo parlando delle trasmissioni del Canale Uno, rete statale di punta, del canale tematico NTV, incentrato sull’intrattenimento, e infine del canale interno alla Chiesa Ortodossa Russa Spas.

A questo si aggiungono altre postille, come ad esempio il divieto di trasmettere contenuti che promuovano l’estremismo. Basti ricordare la politica coercitiva applicata a Google e Meta che ora devono pagare multe spropositate, pari a 125 milioni di dollari, per non aver provveduto prontamente, secondo il Cremlino, alla rimozione dei contenuti censurati dalla Russia.

Altro aspetto non indifferente a cui Netflix dovrà prestare attenzione, riguarda un’altra legge. Si tratta del registro di Roskomnadzor. Realizzato ed entrato in vigore a fine 2020, si applica solo a quei servizi di streaming on demand che superano i 100 mila utenti giornalieri. In questo caso viene richiesto al servizio di registrare una società in Russia.

Insomma, la Russia non sembra essere intollerante solo con le criptovalute. La sua politica si sta inasprendo molto negli ultimi mesi con sempre nuove restrizioni mosse nei confronti dei giganti stranieri di Internet come Apple, Google, Meta e, molto probabilmente a breve, anche Netflix, il colosso mondiale dello streaming on demand.

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Pubblicato il
31 dic 2021
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