NetFraternity: noi andiamo avanti

NetFraternity: noi andiamo avanti

In una lettera, il portale del pay-to-surf sostiene che questo modello di business è tutt'altro che deceduto anche dopo la questione Payland. Ecco come NetFraternity affronta il problema
In una lettera, il portale del pay-to-surf sostiene che questo modello di business è tutt'altro che deceduto anche dopo la questione Payland. Ecco come NetFraternity affronta il problema


Roma – “Gentile redazione, alla luce delle recenti affermazioni uscite su alcuni quotidiani online, dove in seguito alla sospensione dei pagamenti agli utenti da parte di Payland si legge di un ipotetico fallimento del modello di business definito PTS (Pay to surf), ci permettiamo di dissentire fortemente, anzi riteniamo che sarà il modello vincente della futura pubblicità in Internet.

Diversamente da quanto si legge, infatti, tale modello se sfruttato con attenzione e senza troppa fretta di crescere, porta a ottimi risultati. Il fatto che realtà quali Payland e AllAdvantage non siano riuscite a sostenere il business, non è indice di non validità del modello in questione, in quanto ci sono altrettante realtà che stanno ottenendo risultati eccellenti operando in maniera più controllata.

Per non citare l?esempio NetFraternity che forse potrebbe essere considerato di parte, possiamo parlare di altri competitors che agendo senza troppo clamore sono riusciti ad ottenere ottimi risultati. Uno di questi è sicuramente Spedia.net, società americana che ha raccolto il consenso di navigatori di mezzo mondo, la quale senza strafare su modelli di referrer insostenibili come ha fatto AllAdvantage e stringendo interessanti accordi commerciali (About Inc.) e pubblicitari, rimane floridamente operativa e non accenna sicuramente a collassare, lo dimostra infatti il recente aumento del tasso di rimborso operato dalla stessa.

Affrontando la problematica Payland, vanno considerati alcuni fattori che hanno portato all’interruzione dei rimborsi:

– in primo luogo operava in un mercato dove il competitor più vicino (Netfratenity) ha circa 20 volte l?utenza di Payland e questo incide notevolmente sull?orientamento che le agenzie pubblicitarie interessate a tale mercato possono prendere;
– in secondo luogo la cifra che Payland rimborsava era esagerata, segno evidente di esagerata fretta di raccogliere nuovi utenti, fatto questo che gli ha portati rapidamente all?impossibilità di pagare gli utilizzatori del servizio;
– inoltre Payland non è probabilmente nata con sufficienti capitali finanziari per poter realizzare un progetto così ambizioso;
– infine va considerata anche la realtà aziendale, che deve dimostrare solidità e longevità per poter dare certezze a chi dirige i propri investimenti pubblicitari verso tale mezzo.

Queste sono solo alcune delle motivazioni, per non dilungarsi su altri fattori che hanno sicuramente influito sulla raccolta pubblicitaria: soluzioni tecnologiche poco competitive, la causa legale in corso per violazione di brevetto, risultati, a detta di molti, inferiori alle aspettative, ecc.

Il modello “pagati per navigare”, inventato da NetFraternity nel 1997, si basa sulla necessità di raggiungere un volume d’utenza sufficiente ad attirare gli investimenti pubblicitari degli sponsor per permettere all?azienda di essere solvibile nei confronti degli utilizzatori. Le aziende che per prime hanno erogato tale servizio hanno avuto il vantaggio di non doversi mettere in competizione con altre e di poter raccogliere l?utenza con tranquillità facendo subito quadrare i loro bilanci, mentre le aziende partite in “ritardo” si sono presto scontrate con la necessità di raggiungere un parco utenti “interessante” senza però avere il supporto pubblicitario per sostenerne i costi.

Cordialmente Netfraternity Staff”

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 7 nov 2000
Link copiato negli appunti