Ooma farà tremare Skype

Ooma farà tremare Skype

Lo pensano in tanti: in autunno, un nuovo attore comparirà sulla scena americana della telefonia su Internet. E potrebbe dare filo da torcere anche a chi ha già consolidato la propria presenza sul mercato
Lo pensano in tanti: in autunno, un nuovo attore comparirà sulla scena americana della telefonia su Internet. E potrebbe dare filo da torcere anche a chi ha già consolidato la propria presenza sul mercato

La prosperità di Skype potrebbe presto incontrare qualche difficoltà. Sulla strada della telefonia su Internet si è infatti inserita Ooma , una startup con sede a Palo Alto, con il suo omonimo apparecchio web-telefonico che, a partire dal mercato americano, si propone come alternativa alle soluzioni VoIP già esistenti, con qualche novità di un certo interesse, a partire dal mercato USA.

BusinessWeek spiega che l’azienda, dopo aver lavorato alcuni anni per raccogliere finanziamenti per 27 milioni di dollari da alcuni importanti venture capitalist, esce ora allo scoperto con il suo progetto: la realizzazione di un Internet-phone legato ad un servizio illimitato. L’apparecchio costa 399 dollari, una cifra che potrebbe apparire eccessiva, ma che si lega ad un vantaggio intrinseco: Ooma, che sarà operativa dal prossimo autunno, offrirà chiamate nazionali a costo zero, unitamente alla possibilità di disporre di un’altra linea telefonica. E oltre ai 399 dollari, dichiara, all’utente non saranno addebitati costi aggiuntivi nemmeno in futuro.

Il voipphonino L’apparecchio consente di utilizzare per questo servizio un normale telefono domestico, ma se si desidera afruttare Ooma con un altro apparecchio di casa, è prevista l’installazione aggiuntiva dell’adattatore Scout (che costa 39 dollari). Non è esattamente tutto a costo zero, perché in verità esiste un tariffario, ma è per le chiamate internazionali, che prevedono tariffe piuttosto popolari: una chiamata verso l’Europa costa un centesimo al minuto.

La dinamica di funzionamento del sistema su cui si basa Ooma è semplice. Non esiste un server, o una centrale, che riceve e ridireziona le chiamate: Ooma si fonda sui collegamenti Internet dei propri utenti. Come spiega Olga Kharif su BusinessWeek, se un utente Ooma in Oregon deve chiamare un numero di rete fissa tradizionale a New York, l’Ooma box dirigerà la chiamata in partenza verso un’utenza Ooma nell’area di New York, per utilizzarne la linea telefonica con cui effettuare una chiamata locale al numero desiderato. Questo approccio peer-to-peer implica che siano installati, in modo strategico, vari Ooma box in tutto il Paese e che gli utenti siano già utenti di un servizio di telefonia con connettività a banda larga. Per agevolare la formazione di un network nazionale Ooma, l’azienda ha varato una campagna promozionale con la ditribuzione gratuita di 2mila Ooma box.

Una curiosità: creative director dell’azienda è Ashton Kutcher. A lui non si deve solo il logo dell’azienda, ma anche un contributo alla campagna di viral-marketing aperta con i 2mila partecipanti, ognuno dei quali riceverà tre inviti, da distribuire ad altrettanti amici e conoscenti, per diventare – sempre a titolo gratuito – utenti Ooma e contribuire all’avvio del servizio.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
20 lug 2007
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