Parler è il nuovo rifugio social di trumpiani e conservatori americani

La vittoria di Biden e l'esodo trumpiano su Parler

Con l'esito delle elezioni la spaccatura tra i sostenitori di Trump e Twitter (ma anche Facebook) si è fatta netta: via alla migrazione verso Parler.
La vittoria di Biden e l'esodo trumpiano su Parler
Con l'esito delle elezioni la spaccatura tra i sostenitori di Trump e Twitter (ma anche Facebook) si è fatta netta: via alla migrazione verso Parler.

Si presenta come Free Speech Social Network, una piattaforma che garantisce a tutti la massima libertà d’espressione, senza filtri né censure di alcun tipo: Parler è la nuova meta social preferita da chi oltreoceano lamenta un comportamento eccessivamente severo da parte dei più noti Facebook e Twitter in particolare per quanto riguarda l’accesa discussione politica che ha preceduto le recenti Presidenziali USA appena concluse. L’esodo ha già preso il via, a fare da capofila sono come immaginabile coloro vicini alla corrente repubblicana e conservatrice.

Parler è il nuovo rifugio social dei conservatori americani

Nulla di sorprendente: nei mesi scorsi era stato proprio Donald Trump a indicare Parler come alternativa più che valida per evitare fact checking e rimozione di contenuti. Nel weekend l’applicazione è balzata al primo posto nella classifica dei download su App Store con una community formata da circa 8 milioni di iscritti, quasi il doppio rispetto ai 4,5 milioni della settimana precedente. L’afflusso ha provocato anche qualche malfunzionamento dovuto presumibilmente a un’infrastruttura non pronta a sopportare una mole imprevista di connessioni simultanee.

Altre due piattaforme che in seguito alla vittoria di Joe Biden stanno vedendo aumentare in modo importante le registrazioni di nuovi account sono Rumble e Newsmax. La prima delle due, dedicata ai video, afferma di aver contato 90 milioni di utenti questo mese contro i 60,5 milioni di quello precedente. La seconda è stata invece scelta da oltre 3 milioni di statunitensi per seguire in diretta la notte elettorale.

Chiudiamo con le parole di Jeffrey Wernick, COO di Parler (da qualcuno definito un’alternativa al parecchio discusso Gab), social su cui non è difficile imbattersi in contenuti dalla natura quantomeno discutibile come quelli condivisi dai sostenitori della teoria QAnon.

Parler è una boccata di aria fresca per coloro stanchi o diffidenti per il modo in cui vengono trattati dai nostri concorrenti. La crescita non è attribuibile a una singola persona o a un singolo gruppo, ma agli sforzi compiuti da Parler per guadagnare la fiducia della nostra comunità.

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Pubblicato il
12 nov 2020
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