Pronti i superjukebox online a pagamento

Pronti i superjukebox online a pagamento

Le major della musica inseguono i propri sogni. Ma non è ancora chiaro quanti sono gli utenti disponibili a sganciare qualche dollaro
Le major della musica inseguono i propri sogni. Ma non è ancora chiaro quanti sono gli utenti disponibili a sganciare qualche dollaro


Roma – Un immenso catalogo di brani musicali formato dai database di Sony, BMG, Warner, Universal ed EMI. Questo è quanto stanno per offrire i due sistemi di distribuzione di musica online a pagamento realizzati con il consenso e lo spalleggiamento delle cinque grandi sorelle della discografia internazionale, MusicNet e PressPlay .

PressPlay, un jukebox messo in piedi grazie agli sforzi di Vivendi Universal e Sony, ha annunciato di aver firmato un accordo con Bertelsmann-BMG e di essere ormai vicina a firmare anche con Warner Music Group. Con EMI i patti sono già stretti. Alla fine di questo giro di valzer l’azienda si troverà in mano un patrimonio di musica dal quale potranno scegliere i propri utenti paganti.

MusicNet, che può contare sull’appoggio di AOL Time Warner, Bertelsmann-BMG ed EMI, a quanto pare è già vicina ad un accordo definitivo anche con Sony e Universal. Sarebbe ormai solo questione di giorni perché i dettagli economici sarebbero già stati definiti.

I cataloghi musicali che si vanno così a costituire, privi solo di alcuni peraltro importanti pezzi (come quelli dei “Rolling Stones”) – che per il momento si sceglie di tenere fuori dai jukebox – rappresentano un sostanziale passo avanti per le iniziative a pagamento. Queste, che oggi possono contare su alcune decine di migliaia di sottoscrittori, devono vedersela con il clamoroso successo delle reti peer-to-peer (p2p), che consentono ogni giorno il passaggio gratuito di mano in mano di milioni di pezzi musicali di qualsiasi etichetta e al di fuori di qualsiasi controllo.

Non solo. La firma di questi accordi sembra dimostrare che le grandi hanno capito che l’unico modo di competere è quello di offrire la più ampia varietà possibile di musica e puntare su servizi di qualità: due elementi non sempre facilmente reperibili dagli utenti del p2p.

Contro le mosse di PressPlay e MusicNet giocano però i timori delle etichette verso la pirateria, timori che inducono entrambi i servizi a limitare grandemente l’uso della musica acquistata, la sua portabilità tra diversi strumenti di riproduzione e persino il periodo di “validità” dei brani comprati e scaricati.

Va detto che un servizio analogo e di certo interesse è quello offerto da Listen.com , che pare aver già conquistato i cataloghi delle cinque sorelle.

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Pubblicato il
17 ott 2002
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