Pubblicità online, il sorpasso

Pubblicità online, il sorpasso

Nel corso del 2010, la raccolta dei media tradizionali sarà sensibilmente più magra. Le aziende statunitensi preferiscono ambienti più diretti e coinvolgenti come quelli online
Nel corso del 2010, la raccolta dei media tradizionali sarà sensibilmente più magra. Le aziende statunitensi preferiscono ambienti più diretti e coinvolgenti come quelli online

Il 2010 sarà probabilmente un anno difficile per quelli che oggi vengono chiamati media tradizionali. Per la prima volta , gli investimenti pubblicitari online prenderanno il sopravvento su quelli dedicati alla carta stampata . Non si tratta certo di un sorpasso bruciante, ma di uno scavalcamento significativo, considerata una crisi da tempo in corso all’interno dei meccanismi economici dei media old school .

Questo leggero sorpasso è stato annunciato da una recente ricerca della società d’analisi californiana, Outsell . Per il suo studio, Outsell ha preso in considerazione circa un migliaio di inserzionisti a stelle e strisce, chiedendo loro quelle che saranno le concrete strategie di marketing sia per l’ambiente online che per quello tradizionale, offline.

Ne è emerso un quadro poco incoraggiante per riviste, emittenti televisive e radiofoniche. La previsione di spesa per la comunicazione in Rete mostra un sensibile aumento del 9,6 per cento , per giungere ad una cifra complessiva pari a quasi 120 miliardi di dollari (circa 90 miliardi di euro). Gli investimenti totali nell’advertising cartaceo diminuiranno invece del 3 per cento , per una cifra globale di circa 112 miliardi di dollari (quasi 83 miliardi di euro).

In termini percentuali – e sull’intera fetta del budget aziendale dedicato alla pubblicità e al marketing – le società statunitensi sfrutteranno il 32 per cento della spesa a disposizione per l’ambiente online , contro un 30,3 per cento per riviste e quotidiani. Un declino che coinvolgerà anche televisioni e radio, che scenderanno di 4 punti percentuali, ad un totale di 84,6 miliardi di dollari (circa 61 miliardi di euro) di raccolta pubblicitaria.

Sorpasso, dunque. Ma perché? “Gli inserzionisti stanno indirizzando i propri soldi verso quei canali che generano brand più efficaci – ha spiegato Chuck Richard, vicepresidente di Outsell – Mentre cercano di riemergere dalla recessione economica, gli inserzionisti hanno una maggiore responsabilità. Quindi sono alla ricerca di un numero più vasto di opzioni per distribuire i propri dollari”.

Secondo i dati di Outsell , la spesa complessiva nel settore dell’advertising aumenterà sensibilmente nel corso del 2010, dell’1,2 per cento per arrivare a 368 miliardi di dollari (270 miliardi di euro circa). Ma una sostanziosa percentuale di questi soldi si dirigerà verso gli ambienti online, preferiti sempre di più dalle aziende perché più diretti e coinvolgenti.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
9 mar 2010
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