RIAA accusa Internet e masterizzatori

RIAA accusa Internet e masterizzatori

Il calo delle vendite di musica negli USA mette in allarme l'associazione delle majors. La colpa sarebbe di internet, dei player mp3 e dei masterizzatori
Il calo delle vendite di musica negli USA mette in allarme l'associazione delle majors. La colpa sarebbe di internet, dei player mp3 e dei masterizzatori


New York (USA) – “L’ultimo anno è stato un anno difficile per l’industria discografica, e non ci sono spiegazioni semplici per il calo delle vendite. L’economia ha rallentato e l’11 settembre ha fatto il resto ma un fattore importante che ha contribuito al calo generale delle vendite è la pirateria online e i CD masterizzati”. Così Hilary Rosen, presidente e CEO dell’associazione RIAA che raccoglie le major della discografia americana, interpreta un calo del 10,3 per cento nelle vendite di musica sul mercato statunitense registrato nel 2001.

Stando ai dati diffusi dalla RIAA, le vendite negli USA sono calate dalle 1,08 miliardi di unità del 2000 ai 968,58 milioni del 2001 e il volume d’affari è sceso dai 14,3 miliardi di dollari del 2000 ai 13,7 del 2001, un calo del 4,1 per cento che preoccupa i produttori.

“Quando il 23 per cento dei consumatori di musica – insiste Hilary Rosen – dice di non comprare più musica perché la scarica o la copia gratuitamente, noi non possiamo ignorare l’impatto di questo sul mercato”. Secondo gli ultimi studi della RIAA, infatti, su 2.225 consumatori tra i 12 e i 54 anni, il 23 per cento nel 2001 avrebbe dichiarato di non acquistare più musica proprio per i motivi descritti dalla Rosen.

Secondo la RIAA un altro problema che “traina” la pirateria internet è la possibilità di masterizzare la musica in formato mp3 su CD da ascoltare su device dedicati. L’associazione sostiene che nel 2001 più della metà di coloro che hanno scaricato musica gratuitamente dalla rete avrebbe ottenuto copie su CD della stessa. Un dato molto superiore a quello di due anni fa, quando solo il 13 per cento aveva dichiarato di aver copiato musica su un device diverso dal computer.

La RIAA crea anche un parallelo tra la diffusione dei masterizzatori, in veloce ascesa in questi anni, e l’aumento della musica copiata.

“La pirateria internazionale che si basa sui supporti tradizionali – afferma Rosen – costa all’industria discografica più di 4 miliardi di dollari all’anno. Questo non include le perdite online. La pirateria su quei supporti non è un problema nuovo e non ha impedito ai nostri mercati di espandersi. Ora che anche l’acquisto da parte dei consumatori viene minacciato, l’impatto della pirateria (sul business, ndr.) è maggiore”.

Gli altri dati che segnalano il vistoso calo delle vendite sono disponibili sul sito della RIAA .

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Pubblicato il
26 feb 2002
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