Roberts: il P2P è antidemocratico

Roberts: il P2P è antidemocratico

Uno dei padri della rete, tra gli scienziati che hanno dato vita alla Internet che conosciamo oggi, Lawrence Roberts, ora spiega che il peer-to-peer succhia troppa banda. E dice: bisogna darsi una regolata
Uno dei padri della rete, tra gli scienziati che hanno dato vita alla Internet che conosciamo oggi, Lawrence Roberts, ora spiega che il peer-to-peer succhia troppa banda. E dice: bisogna darsi una regolata

È tra i grandi nomi della tecnologia, è uno dei padri della rete grazie al suo lavoro di ricercatore e scienziato, il suo nome viene accostato a quello di altri grandi come Vinton Cerf, Robert Kahn e Leonard Kleinrock: ora Larry Roberts torna alla ribalta delle cronache per la sua posizione sul peer-to-peer succhiabanda .

il celebre scienziato Secondo il leader del team che diede vita ad ARPAnet, l’antenata di Internet, il 5 per cento degli utenti Internet è responsabile del consumo dell’80 per cento della banda disponibile. Non che sia sorprendente come dichiarazione, vista la popolarità delle piattaforme di file sharing, ma è certo ancor meno sorprendente se si considera che Roberts è coinvolto nella realizzazione e vendita di sistemi di gestione della banda . Ciò che colpisce è il teorema secondo cui la rete, costruita per consentire lo scambio di informazioni tra individui, possa soffrire se questa attività viene condotta con modalità come il peer-to-peer, che lui definisce “inefficiente”.

In un intervento ripreso da più parti, Roberts spiega che “il P2P non è il modo più efficiente di fare le cose” e che “ci sono molte diseguaglianze nell’attuale sistema Internet “.

La sua visione è chiara: la diffusione di sistemi di controllo del traffico consentirà una democratizzazione dell’accesso alle risorse, servizi che non siano il peer-to-peer avranno progressivamente più banda da sfruttare e dunque acquisiranno maggiore qualità ed appeal. Conseguenza di tutto questo è che tra qualche anno gli equilibri cambieranno. Un processo già in corso, come ben sanno i lettori di Punto Informatico .

anagran

Va detto che la “sua” Anagran vende sì sistemi di gestione del traffico ma sembra rifiutare del tutto il concetto di deep packet inspection , tecnologie oggi al centro della grande battaglia che coinvolge major dell’industria dell’intrattenimento, operatori della rete e utenza Internet. L’azienda sostiene di fornire “dispositivi su rete IP compatti di alta capacità, che rimediano alle congestioni di rete per garantire la fornitura senza problemi di video streaming, video-on-demand, e Voice over IP su qualsiasi network IP”.

Stando alle specifiche dei prodotti pubblicizzati da Larry Roberts, inoltre, i loro sistemi “osservano costantemente tutti i flussi e riconoscono il traffico P2P e quello ingombrante grazie a statistiche di flusso in tempo reale”. Una volta riconosciuti i flussi, possono essere stabiliti limiti e priorità di traffico. “Questo impedisce al traffico P2P – spiega l’azienda – di consumare la banda di rete richiesta da tipologie di traffico più importanti, interattive e sensibili alla latenza”. Sebbene lo consideri di serie B, Anagran mette anche in evidenza che il traffico P2P in uno scenario del genere “può comunque essere consentito con limitazioni da policy sul consumo”.

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Pubblicato il 30 giu 2008
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