Sorprese: i banner funzionano

Sorprese: i banner funzionano

Uno studio di due ricercatori americani evidenzia che la pubblicità più antica della rete è efficace per promuovere il proprio brand e i propri prodotti
Uno studio di due ricercatori americani evidenzia che la pubblicità più antica della rete è efficace per promuovere il proprio brand e i propri prodotti


Web (internet) – I banner funzionano: chi vuole promuovere il proprio brand su web, chi vuole proporre propri prodotti e farsi conoscere può ricorrere a questo mezzo pubblicitario che, affermano due studiosi americani, dimostra ora di ripagare bene chi lo sfrutta. I banner, quegli spazi pubblicitari generalmente rettangolari che coronano le pagine di innumerevoli siti, sono storicamente tra i primi prodotti pubblicitari della rete e tra i più criticati dagli utenti, perché con le loro grafiche “rubano banda” a pagine che richiedono più tempo per essere visualizzate.

Ora Xavier Dreze, docente della USC Marshall School of Business, e Francois-Xavier Husherr, ricercatore del National Center for the Study of Telecommunications, affermano che gli utenti mentre navigano “i banner li vedono”. I due hanno compiuto test sulla navigazione di più di 800 persone, alcune delle quali “equipaggiate” con sistemi che tengono traccia dei movimenti oculari. In questo modo, sostengono gli scienziati, è stato possibile determinare non solo “quanto” i banner vengono visti ma anche “quali” vengono visti di più.

Secondo i due, il 50 per cento dei navigatori ha notato i banner sui siti visitati e l’11 per cento ricordava persino quali banner aveva visto il giorno dopo la navigazione. I ricercatori affermano che questo impone una riflessione sul ruolo dei banner e su come vengono sfruttati. Infatti il tasso di “click through”, ovvero la quantità di volte che l’utente clicca su un banner promozionale, è bassissimo e minore dell’1 per cento di tutti i banner visti. Ma, dicono i due, questo non significa che il brand o il prodotto pubblicizzato non abbiano avuto un’ampia copertura promozionale.

Dreze, intervistato dal Los Angeles Times , ha affermato che “se la gente non clicca su un banner non vuol dire che non funziona. In alcuni casi, uno o due giorni dopo averlo visto c’è chi ricorda ancora il banner”. Non solo, aggiungono i due, quando un certo brand è promosso da un banner e viene visto su banner diversi in siti diversi e in giorni diversi il brand si afferma chiaramente come punto di riferimento per l’utente.

Va detto che, pur con grande lentezza, il concetto che i banner rappresentino non tanto la “porta” ad una certa pagina quanto invece il veicolo di un messaggio promozionale indipendente si va affermando anche qui in Italia dove il mercato pubblicitario online è senz’altro molto meno sviluppato che negli Stati Uniti, dove lo studio è stato condotto.

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Pubblicato il
20 dic 1999
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