Webmusic, ci si fiondano BT e Apple

Webmusic, ci si fiondano BT e Apple

Persino il primo operatore TLC britannico si decide al grande passo nelle stesse ore in cui dalla Mela giungono voci di una distribuzione a pagamento per Mac e Ipod. Corsa all'oro. Cosa accadrà se l'oro non c'è?
Persino il primo operatore TLC britannico si decide al grande passo nelle stesse ore in cui dalla Mela giungono voci di una distribuzione a pagamento per Mac e Ipod. Corsa all'oro. Cosa accadrà se l'oro non c'è?


Roma – Se la distribuzione di musica a pagamento attraverso internet non decollerà saranno in tanti a dolersene, primi tra tutti i numerosi soggetti che in questi mesi stanno pianificando servizi di vendita di brani musicali con la complicità delle major del settore, finalmente disponibili a dare in licenza i propri cataloghi.

Dopo il recentissimo annuncio di America Online , ora anche il più importante operatore di TLC britannico, British Telecom, ha lanciato un suo servizio di jukebox sulla rete. Grazie ad un accordo con la OD2 di Peter Gabriel, BT offre un catalogo di 155mila pezzi sul suo Dotmusic , sito che per 10 sterline al mese consente di ascoltare brani in streaming conditi da offerte di suonerie per cellulare e connettività.

Apple, invece, dovrebbe lanciare entro poche settimane un jukebox internet per gli utenti Mac e iPod sebbene non si conoscano ancora le caratteristiche del servizio né i suoi prezzi. La notizia è emersa sotto forma di indiscrezione su alcuni giornali finanziari. Quel che è certo è che i servizi di distribuzione di musica fin qui attivati non si sono ancora occupati degli utenti della Mela. Un portavoce Apple ha etichettato le voci di corridoio sul jukebox della Mela come “speculazioni” ma qualche osservatore, soprattutto tra quelli entusiasti sostenitori del business della musica a pagamento, definisce quella di Apple una scelta obbligata.

Presto sapremo. Quello che è certo è che stiamo assistendo ad una vera e propria corsa all’oro. Gli ingredienti sono la velocità con cui spuntano i nuovi servizi, la varietà dei soggetti interessati, la difficoltà a trovare un modello funzionante per correre subito e bene, la diversità delle proposte online. Per tutti loro, per i pionieri della nuova frontiera della musica in internet, rimane solo un grande interrogativo: ci sarà anche l’oro o i network del peer-to-peer, dove milioni di utenti scambiano musica gratuitamente, sono destinati ad affossare ogni progetto che preveda un pagamento e dei limiti alla masterizzazione dei brani? Chi vivrà, si diceva un tempo, vedrà.

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Pubblicato il
7 mar 2003
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