NTSB: tutte le colpe della guida autonoma di Tesla

Il rapporto su un incidente di una Tesla Model X evidenzia come le cause siano attribuibili in buona parte alla guida autonoma Tesla e alla distrazione del pilota: stava giocando con il suo iPhone.
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Il rapporto su un incidente di una Tesla Model X evidenzia come le cause siano attribuibili in buona parte alla guida autonoma Tesla e alla distrazione del pilota: stava giocando con il suo iPhone.

La National Transportation Safety Board ha alzato il cartellino giallo nei confronti di Tesla e di Apple. Il rapporto è conseguente all’analisi del famigerato incidente del 23 marzo 2018, quando un ingegnere del gruppo di Cupertino (sviluppatore di videogiochi) è deceduto a causa delle ferite riportate durante un incidente con la propria Model X .

L’incidente è diventato il casus belli che ha incoraggiato l’approfondimento sui sistemi autopilot in uso, soprattutto in un momento tanto fondamentale come questo per il futuro della guida autonoma .

L’incidente

Secondo quanto emerso, l’incidente sarebbe avvenuto ad una velocità di 71 miglia orarie e il caso è stato ricostruito dalle autorità grazie ai log messi a disposizione tanto da Apple (per quanto concerne lo smartphone del dipendente, un iPhone) quanto da Tesla (per quanto concernente le ultime azioni poste in essere sulla vettura prima dell’incidente).

Nei sei secondi antecedenti l’impatto, il pilota – Walter Huang – avrebbe avuto le mani staccate dal volante. Sebbene non possa essere chiaro cosa stesse facendo esattamente, quel che si sa è che lo smartphone stava riproducendo un videogioco. Con ogni probabilità, insomma, il pilota era distratto dal videogioco e non era quindi in posizione di controllo e con lo sguardo sulla carreggiata.

Prima dell’impatto non è stata segnalata alcuna frenata, né alcun movimento dello sterzo. Ignoti i motivi del comportamento dell’auto (che non ha seguito la linea, né ha avviato una frenata automatica), ma una serie di concause potrebbe aver portato alla difficile interpretazione del contesto ed all’assenza di elementi tali da incoraggiare l’algoritmo ad una reazione: il sole di fronte alle telecamere, le linee scolorite sul selciato e altri fattori potrebbero aver causato il comportamento anomalo e tutto quel che ne è conseguito.

Le fragilità del sistema sono note, ma anche in assenza di forzature il meccanismo di Autopilot ha perso efficacia di fronte ad una semplice combinazione di elementi naturali frequentemente riscontrabili durante gli spostamenti.

L’accusa

Robert L. Sumwalt, relatore della NTSB, ha quindi puntato il dito sia contro Tesla che contro Apple.

Contro la casa di Elon Musk, l’accusa è di non aver risposto alle raccomandazioni disposte nel 2017 : dopo oltre 800 giorni (quando il limite era di 90), il gruppo sarebbe in grave ritardo rispetto all’adozione delle disposizioni avviate per pretendere che, in assenza di una vera guida autonoma completa e totale, il guidatore sia costretto a tenere l’attenzione sulla strada senza affidarsi pienamente ai sensori ed agli algoritmi dell’autopilot con livello 2 di automazione. Come aggravante, Sumwalt segnala il fatto che su 5 case automobilistiche contattate, solo una non avrebbe mai risposto alla missiva: Tesla, in seguito protagonista dell’incidente.

Ad Apple viene rinfacciata invece l’assenza di una specifica policy per i Personal Electronic Devices (PEDs) durante la guida: il relatore spiega di essere forte sostenitore di questo tipo di protocolli e di aver notato eccessivo lassismo da parte dei principali gruppi leader del mondo della tecnologia.

Walter Huang, deceduto a seguito dell’incidente, avrebbe dovuto tenere un comportamento differente alla guida. Ma le tecnologie a cui stava affidando l’attenzione in quei momenti avrebbero dovuto in qualche modo avvisarlo del pericolo in corso. Il team NTSB sta raccogliendo molto materiale sugli incidenti avvenuti su veicoli con guida autonoma parziale e presto anche il caso Huang farà parte dell’archivio: è questo materiale su cui lavorare per poter giungere alla guida autonoma non soltanto con le necessarie tecnologie, ma anche con le fondamentali prescrizioni normative a tutela tanto dell’innovazione, quanto dell’incolumità delle persone.

L’appello alla National Highway Traffic Safety Administration è quindi messo nero su bianco: prima che la guida autonoma possa procedere ad uno step successivo, occorreranno approfondimenti maggiori.

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26 02 2020
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