Google rimuove link. In trasparenza

Google rimuove link. In trasparenza

di G. Mondi. Con la vicenda Scientology, Google vuole dimostrare che se la legge va rispettata fino in fondo allo stesso modo occorre reagire. Con la compostezza e l'eleganza che appartengono al grande sito di ricerca
di G. Mondi. Con la vicenda Scientology, Google vuole dimostrare che se la legge va rispettata fino in fondo allo stesso modo occorre reagire. Con la compostezza e l'eleganza che appartengono al grande sito di ricerca


Roma – Nell’occhio del ciclone da quando è divenuto legge eppure mai abbastanza criticato, il Digital Millennium Copyright Act (DMCA) americano continua a far danni, limitati solo talvolta dall’avvedutezza di chi ne rimane coinvolto, come, nel nostro caso, Google .

Il celebre motore di ricerca, infatti – che ha scalato suo malgrado le prime pagine dei media americani per le iniziative della Chiesa di Scientology contro la pubblicazione di certi link sulle sue pagine – ha deciso di rendere trasparenti le azioni che è costretto a compiere per adeguarsi al DMCA.

L’azienda Google ha infatti deciso di fornire ad un sito che si batte per le libertà digitali, Chillingeffects.org , le lettere inviate da Scientology e probabilmente tutte quelle che riceverà in futuro da parte di chi ritiene illecite le pubblicazioni di certi collegamenti ipertestuali, in particolare quelli che portano a siti che duplicano senza autorizzazione materiale protetto da copyright. Era proprio per questo che la Chiesa di Scientology, da sempre attenta a perseguire online chiunque faccia uscire i “testi segreti” dalla cerchia dei propri affiliati, aveva chiesto e ottenuto che Google rimuovesse alcuni dei suoi link alle pagine di Xenu.net , sito anti-Scientology accusato di violazione del DMCA.

La “mossa” di Google è spiazzante per i fautori del Web-ma-non-troppo, perché rende pubbliche operazioni delle quali in genere si sa poco, quelle con cui lentamente ma inesorabilmente viene delimitato lo “spazio legale” della rete. È evidente, infatti, che impedire ad un motore di ricerca di fare il proprio mestiere, che è quello di indicizzare risorse internet e presentarle in modo neutro al pubblico, significa togliere alla rete uno dei suoi strumenti più importanti e centrali.

Google questo lo sa bene e ha deciso di difendersi trasmettendo pubblicamente le lettere di warning che gli arrivano da avvocati di terze parti.

Non solo. Nella pagina che ha dedicato al DMCA , Google spiega cosa significa il DMCA ma spiega anche come reagire nel caso si riceva una notifica da parte di terzi per violazione del DMCA stesso. Una pagina che dunque guadagna a Google i molti consensi di chi ritiene oggi la rete assediata dall’armata del copyright a tutti i costi.

E se Cindy Cohn, direttore legale della Electronic Frontier Foundation ha accolto con ovvio entusiasmo l’iniziativa di Google, rimane da vedere quanto a lungo i principali snodi della rete dovranno subire indebite amputazioni come quelle imposte dal DMCA, che trasforma chiunque gestisca link ipertestuali in un poliziotto che, se non agisce, allora può essere impiccato come complice.

Gilberto Mondi

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Pubblicato il 16 apr 2002
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