Alanis Morissette s'arrabbia con la rete

Alanis Morissette s'arrabbia con la rete

Il suo nome di battesimo viene sfruttato da un sito che vende di tutto, cosa che lei non ha autorizzato. Vorrebbe quella che chiama Giustizia. Come con Napster
Il suo nome di battesimo viene sfruttato da un sito che vende di tutto, cosa che lei non ha autorizzato. Vorrebbe quella che chiama Giustizia. Come con Napster

Roma – Fino a qualche ora fa il sito alanis.net vendeva di tutto, da viaggi all’isola di Alcatraz fino a gadget più o meno costosi, ma adesso la home page è stata radicalmente modificata e appaiono solo due link. Il primo è ad una pagina intitolata “Alanis Morisette tenta di rubare questo dominio” e il secondo alla stessa pagina, con un altro titolo: “Alanis Morisette accusata di pirateria cyber”.

Sul sito linkato dalla home page si legge la versione che l’autore di alanis.net dà della battaglia che contro di lui è stata intentata dalla cantautrice canadese Alanis Morissette, secondo la quale l’attività commerciale del sito va fermata perché sfrutta e abusa del suo nome, confondendo deliberatamente gli utenti che vogliono recarsi su un altro sito da lei gestito, www.alanis.com .

L’artista ha denunciato Russell Smith, che gestisce alanis.net, presso un tribunale federale di Los Angeles, definendolo “cybersquatter”. Questo sarebbe dimostrato dal fatto che quando i legali della musicista hanno chiesto a Smith di chiudere il sito, questi avrebbe chiesto in cambio 10mila dollari.

A. Morissette Smith per il momento si è limitato a ricordare in due lettere che mai e in nessun caso ha fatto uso del nome o dell’immagine di Alanis Morissette per le proprie attività online.

La questione è nelle mani del tribunale ma certo il diritto di Morissette a chiudere alanis.net sembra molto più incerto rispetto ad altri casi di cybersquatting perseguiti da celebrità e VIP di mezzo mondo.

Va anche detto che non è la prima volta che Alanis Morissette mostra un profilo duro contro le attività in rete che non le sembrano opportune. L’artista ha anche preso parte, infatti, all’associazione “Artist Against Piracy”, in prima fila nel cercare di fermare Napster e i suoi cloni, sistemi di condivisione dei file considerati covo della pirateria musicale.

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Pubblicato il
4 lug 2002
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