Gli mp3 ora si pagano, player a rischio

Gli mp3 ora si pagano, player a rischio

Con una mossa a sorpresa, i detentori delle proprietà intellettuali della tecnologia MP3 hanno iniziato ad imporre royalty anche ai decoder e ai player MP3 distribuiti gratuitamente. Ogg Vorbis se la ride sotto i baffi
Con una mossa a sorpresa, i detentori delle proprietà intellettuali della tecnologia MP3 hanno iniziato ad imporre royalty anche ai decoder e ai player MP3 distribuiti gratuitamente. Ogg Vorbis se la ride sotto i baffi


Roma – Con una mossa tesa a massimizzare i profitti derivanti dall’immensa popolarità conquistata dal formato MP3, i detentori dei brevetti relativi alla popolare tecnologia di compressione audio, Thomson e Fraunhofer Gesellschaft, hanno pensato bene di modificare i termini di licenza ed imporre una royalty anche ai software di decodifica e di riproduzione distribuiti gratuitamente attraverso Internet.

Nei precedenti termini di licenza si poteva leggere: “Non è prevista alcuna percentuale per il software desktop di decodifica e di riproduzione degli MP3 che sia distribuito free-of-charge via Internet per uso personale”. E’ questo esonero che ha reso possibile, in tutti questi anni, il crescere e il diffondersi di un gran numero di decoder e player freeware e open source.

Con questa mossa, che prevede una royalty di 0,75$ per decoder, Thomson Multimedia e Fraunhofer hanno voluto allineare i termini di licenza del formato MP3 con quelli applicati al più recente MP3Pro . In questo modo, secondo il parere di molti sviluppatori, si minaccia però la sopravvivenza di quei software che non generano nessun tipo di proventi per gli autori: fra questi, in special modo, i player open source. Secondo quanto riporta Slashdot.org, la prima conseguenza è stata l’immediata rimozione, da parte di Red Hat, di tutti i player MP3 che si trovavano inclusi nell’attuale versione in via di sviluppo della propria distribuzione Linux.

Se una certa parte del mondo del software, ed in special modo di quello open source, ha fortemente criticato il cambiamento “in corsa” dei termini di licenza del formato MP3, c’è qualcuno che ha accolto l’evento con molta filosofia e senso dell’humor. Si tratta dell’ormai noto e carismatico Emmett Plant, CEO di quell’organizzazione senza scopo di lucro, la Xiph.org Foundation , che sviluppa il formato audio open source Ogg Vorbis .

“Cara Thomson Multimedia – scrive Plant in una lettera dai toni fortemente ironici pubblicata sul proprio sito – grazie per aver rimosso l’esenzione di pagamento per la distribuzione dei decoder MP3 free. Grazie per l’incredibile pubblicità gratuita che abbiamo ricevuto come conseguenza di questo annuncio. Se non aveste apportato cambiamenti nei termini di licenza dell’MP3 avrebbero potuto esserci forti probabilità che l’afflusso di adesioni ai nostri standard aperti subisse un rallentamento.”.

“Grazie – scrive ancora Plant – per aver ricordato alla gente che, in un modo o nell’altro, quando sceglie un’alternativa brevettata ad una free, finisce quasi sempre per sborsare quattrini”.

Ecco altri stralci della lettera di Plant.


Senza abbandonare la pungente ironia che anima l’intera missiva, Plant accusa Thomson di aver perseguito una politica di marketing alquanto deprecabile, fondata su di una strategia non certo originale: rilasciare gratuitamente una tecnologia al fine di massimizzarne la diffusione e, nel momento in cui è divenuta uno standard di fatto, pretendere royalty sui prodotti che la utilizzano. C’è da dire che per l’MP3 questo discorso vale solo per i decoder, visto che i codec sono sempre stati soggetti a royalty.

“Visto che stiamo per rilasciarne un’alternativa gratuita, noi speriamo – prosegue Plant – che l’industria segua la stessa politica anche con l’MPEG-4”.

In seguito all’accordo stipulato lo scorso giugno con On2 Technologies, Xiph.org sta infatti lavorando ad un progetto, il cui nome in codice è Theora , che ha per obiettivo la creazione di una piattaforma di streaming che combini il codec audio Ogg Vorbis con il codec video VP3 di On2. In questo modo Ogg Vorbis si prefigura come importante avversario free non solo di MP3, WMA e altri noti formati audio, ma anche delle tecnologie di streaming multimediale basate su tecnologie come MPEG-4, DivX e Windows Media.

“Siamo certi – afferma Plant – che dopo tutta la confusione che la vostra decisione (di Thomson, N.d.R.) ha sollevato sul mercato tecnologico, la gente continuerà a donare soldi alla nostra valente organizzazione nella speranza che noi si possa continuare a rilasciare software open source migliore delle alternative proprietarie”.

Scalzare la grandissima popolarità guadagnata negli anni dal formato MP3 non sembra però cosa facile per nessuno: né per la piccola Xiph.org né per un colosso del calibro di Microsoft e per i suoi formati proprietari, WMA in testa. Ciò nonostante, fra le maglie delle reti di file sharing non è più infrequente imbattersi in file audio compressi con formati alternativi all’MP3, come lo stesso Ogg o il WMA. Quello che spinge soprattutto i più esperti ad abbandonare l’MP3 è spesso la migliore qualità fornita dai codec di nuova generazione. Sebbene anche l’MP3Pro possa considerarsi un valido candidato dal punto di vista qualitativo, il fatto che sia arrivato sensibilmente in ritardo rispetto agli altri e che abbia una forte connotazione commerciale, rende difficile immaginare che possa ripetere – anche solo in parte – il successo del suo predecessore.

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Pubblicato il 29 ago 2002
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