Gay World of Warcraft

Gay World of Warcraft

Sara Andrews stava per essere bannata dai server di WoW perché la sua Gilda si dichiarava gay-friendly. Proteste e marce arcobaleno virtuali hanno fatto ritornare la software house Blizzard sui suoi passi. Applaudono i seguaci di WoW
Sara Andrews stava per essere bannata dai server di WoW perché la sua Gilda si dichiarava gay-friendly. Proteste e marce arcobaleno virtuali hanno fatto ritornare la software house Blizzard sui suoi passi. Applaudono i seguaci di WoW


Roma – La comunità gay è riuscita a conquistare il diritto di outing anche nella dimensione virtuale di World of Warcraft , uno dei più famosi videogiochi MMPORG del momento: una novità che sta già scaldando i motori di sociologi e studiosi dei comportamenti nell’era digitale .

In un gioco di ruolo online dove ogni espressione del sé è in grado prendere forma non solo sotto il punto di vista estetico, la Blizzard – distributrice e sviluppatrice del prodotto – aveva tentato di censurare gli utenti che pubblicizzavano Gilde “arcobaleno”, ovvero simpatizzanti nei confronti del mondo gay.

Sara Andrews, il cui avatar è il mago Shimmre presente sul server Shadow Moon, aveva dato vita alla Gilda “OZ” lo scorso gennaio. Una sorta di accolita cooperativa , per risolvere le missioni più difficili e fare amicizia con altri utenti che condividono passioni comuni. La campagna di arruolamento di OZ aveva sfruttato, come tutte, il canale chat utilizzato da WoW. L’unico problema, almeno per Blizzard, era che nella presentazione della Gilda si faceva un chiaro riferimento alla buona disposizione nei confronti di gay, lesbiche, bi-sex e transgender.

L’admininstrator del server, quasi istantaneamente, aveva deciso di notificare un alert ad Andrews invitandola a cessare di utilizzare quel genere di linguaggio in contrasto con i termini del contratto riguardanti il servizio. In caso contrario sarebbe stata bannata dal server. A quel punto Sara Andrews ha iniziato a frequentare più assiduamente i forum degli appassionati di WoW esponendo la questione e in poco tempo raccogliendo solidale consenso . Le proteste sono giunte a Blizzard, così come sono iniziate le prime marce virtuali in stile Gay Pride. Stonewall Champions e The Spreading Taint, due Gilde gay-friendly hanno deciso di spedire una lettera all’azienda statunitense per criticare la sua policy.

Il risultato di cotanto impegno non si è fatto attendere. Blizzard si è scusata ufficialmente con una mail recapitata a Andrews. “Accetta le nostre sentite scuse per come il nostro staff ha criticato la tua condotta, inoltre ti assicuriamo che il tuo account non sarà penalizzato in nessun modo per questo caso”, si legge nella lettera firmata da Thor Bifore, senior manager del servizio clienti di Blizzard.

Nei prossimi mesi i 1000 administrator che vigilano sul mondo di WoW parteciperanno a dei corsi di aggiornamento in modo che situazioni di questo genere possano essere evitate. I tutor cercheranno di sensibilizzare sui temi della sessualità e della discriminazione. In un cyberworld frequentato soprattutto da giovani ora in molti sperano che valori positivi, come la curiosità per le diversità, possano farsi strada.

Non è del tutto d’accordo Blizzard. Secondo l’azienda infatti le informazioni sulla vita reale dei giocatori non dovrebbero entrare nel gioco perché potrebbero stimolare un’ondata di molestie. A breve sarà realizzato un canale chat separato proprio per l’arruolamento delle Gilde , e non certo suddiviso a sua volta in base agli orientamenti sessuali.

Questa storia ai non appassionati del genere potrà sembrare piuttosto bizzarra, ma la verità è che i “casi” su WoW diventano subito di interesse planetario. Gli attuali giocatori WoW hanno raggiunto quota 5 milioni . Una piccola nazione insomma, a volte turbata da gravi fatti che accadono ai suoi “cittadini” nel mondo reale.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
14 feb 2006
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