AdMob e il marcio della Mela

AdMob e il marcio della Mela

Il fondatore della piattaforma pubblicitaria ora di Google si scaglia contro l'azienda di Cupertino. Tagliare fuori da iPhone i grandi competitor è una mossa che danneggerebbe anche utenti e sviluppatori
Il fondatore della piattaforma pubblicitaria ora di Google si scaglia contro l'azienda di Cupertino. Tagliare fuori da iPhone i grandi competitor è una mossa che danneggerebbe anche utenti e sviluppatori

Modifiche pericolose, che non abbraccerebbero di certo i reali interessi di utenti e sviluppatori . Così Omar Hamoui, founder della piattaforma di mobile advertising AdMob, in un recente articolo pubblicato sul blog ufficiale della società acquisita da Google con 750 milioni di dollari. Un post infuocato, intitolato La pubblicità mobile e iPhone .

“Apple ha recentemente presentato i nuovi termini del suo developer agreement ha esordito Hamoui – che, una volta effettivi, andrebbero a proibire ai vari sviluppatori di applicazioni di utilizzare le soluzioni pubblicitarie offerte da AdMob e Google su dispositivi iPhone”.

Annunciate dallo stesso CEO della Mela Steve Jobs, le modifiche hanno riguardato nel dettaglio la sezione 3.3.9. “Raccolta e utilizzo dei dati verranno garantiti a quei fornitori di servizi pubblicitari indipendenti il cui business primario sia l’ advertising mobile “.

Ma non a “quelli detenuti da sviluppatori o distributori di dispositivi e sistemi operativi mobile , o comunque ambienti di sviluppo alternativi a quello di Apple”. Proprio come Google e il suo acquisto nuovo di zecca . Per Hamoui, si tratterebbe di cambiamenti fortemente anti-competitivi , fatti per stroncare il flusso di introiti a supporto di decine di migliaia di sviluppatori.

“I termini colpiscono sviluppatori sia grandi che piccoli – ha scritto il founder di AdMob – limitando in maniera seria la loro possibilità di guadagnare al meglio. E siccome la pubblicità finanzia un numero enorme di applicazioni gratis e a basso prezzo, si tratta di condizioni che vanno anche a danneggiare i consumatori”.

Quello che appare sicuro è che la sezione 3.3.9 andrà a danneggiare la stessa AdMob, attualmente il distributore numero uno di pubblicità nelle applicazioni iPhone. “Credo che sia qualcosa di poco lungimirante oltre che di sbagliato – ha commentato l’esperto John Battelle – È tutto nel classico stile di Apple”.
“Apple non lascerà che una minacciosa forza competitiva entri a giocare nel suo iMondo “, ha chiosato Battelle. Nel corso dell’ultima conferenza D8, Jobs aveva anche spiegato i motivi di questa chiusura: proteggere la privacy degli utenti e mantenere al sicuro le informazioni sui dispositivi non ufficializzati. Evidentemente, gli intrighi del Gizmodogate hanno pesato molto.

A Battelle ha comunque risposto per le rime John Gruber, precisamente tra le pagine del sito Daring Fireball . “Stronzate. È stata Google ad iniziare. È stata Google a volgere lo sguardo verso iPhone – ha scritto l’opinionista statunitense – Se AdMob fosse rimasta indipendente adesso sarebbe su iOS. Se si fosse venduta ad Apple invece che a Google, adesso starebbe a vendere pubblicità per applicazioni su iOS”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
10 giu 2010
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