Amazon brevetta i punti fedeltà

Amazon brevetta i punti fedeltà

Un meccanismo per premiare i recensori dei prodotti. Niente riconoscimenti in denaro, solo qualche pixel sotto il nome. Ci sono voluti sette anni e mezzo per registrare questa fondamentale innovazione
Un meccanismo per premiare i recensori dei prodotti. Niente riconoscimenti in denaro, solo qualche pixel sotto il nome. Ci sono voluti sette anni e mezzo per registrare questa fondamentale innovazione

Non c’è (quasi) niente che non si possa brevettare negli USA. Pochi giorni fa la notizia secondo cui IBM ha richiesto la patente su un sistema per andare a caccia di altri brevetti, ed oggi una registrazione per garantire ad Amazon l’esclusiva sui riconoscimenti da offrire agli utenti in cambio delle loro opinioni sui prodotti . Qualcosa che su Internet si scorge su molti siti da molto tempo, ma che è solo l’ ultimo tassello di una strategia di lunga data del fortunato e-retailer statunitense.

Il brevetto di Amazon non prevede premi in denaro o sconti sugli acquisti. Si tratta semplicemente di consentire, a quanti si trasformino in veri e propri guru della recensione compulsiva, di fregiarsi dell’ambito titolo di top reviewer : un badge , vale a dire una scritta di pochi pixel , campeggerà sotto il loro nome, a testimoniare l’impegno profuso nella valutazione delle qualità della merce per il bene della comunità.

“In alcuni casi – si legge nel testo del documento – i volontari, come ad esempio gli acquirenti, vengono invitati a preparare le recensioni di un oggetto. Ma se le review volontarie possono essere prodotte in maniera molto più economica di quelle professionali, e possono garantire anche maggior interesse da parte dei lettori che preferiscono recensioni fatte da persone che ritengono condividere la loro prospettiva, possono anche avere alcuni svantaggi significativi”.

Ad esempio, prosegue il testo del brevetto, convincere effettivamente i consumatori ad offrirsi volontari per svolgere gratuitamente un lavoro (e farlo bene) non è sempre facile: “Delle recensioni volontarie realizzate, una buona parte potrebbe essere di poco interesse per gli acquirenti. Per molte ragioni: potrebbe essere scritta male, sostenere alcune conclusioni senza adeguate argomentazioni, contenere informazioni che hanno poco a che vedere con l’oggetto recensito, lanciarsi in attacchi personali verso il creatore del prodotto”.

Detto ciò, Amazon si è rimboccata le maniche e ha ideato un complesso sistema di valutazione delle recensioni – e un complementare meccanismo di invito alla review per gli utenti, con una procedura che guida alla stesura di una review all’altezza di un professionista – così da generare automaticamente una classifica di chi si è impegnato di più e di cosa sia più utile sapere su un determinato prodotto. Gli acquirenti scrivono, gli acquirenti votano, gli acquirenti leggono : sul negozio compaiono tante belle recensioni, gratis, e i consumatori sono guidati ad una scelta consapevole dei beni da acquistare.

Secondo The Register , vista la natura del brevetto e la straordinaria diffusione di simili tecnologie altrove, è piuttosto difficile che in questo caso si ripeta quanto accaduto con il celebre (e discusso ) brevetto per lo shopping in “1-click”: il brevetto include una particolare formula matematica che determina il punteggio da assegnare a recensioni e recensori, e dunque qualsiasi altra variazione sul tema dovrebbe scampare ad ogni possibile rivendicazione di paternità. E tutti vissero felici e contenti: almeno fino al prossimo brevetto.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
8 ott 2008
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