Comcast VS FCC, secondo round: fight!

Comcast VS FCC, secondo round: fight!

Convocata un'altra udienza per discutere la situazione del provider statunitense. Che nel frattempo fa la voce grossa. Tra carte bollate e decreti, si decide la neutralità della rete
Convocata un'altra udienza per discutere la situazione del provider statunitense. Che nel frattempo fa la voce grossa. Tra carte bollate e decreti, si decide la neutralità della rete

FCC è impotente : ci pensa il mercato a dettare le regole del gioco. Questo il messaggio lanciato da David L. Cohen, vicepresidente di Comcast, in un messaggio indirizzato alla commissione per le telecomunicazioni statunitense. Non solo non c’è margine per alcuna iniziativa che sia volta a punire l’ISP per le sue pratiche di traffic shaping , ma tra le righe si scorge anche un messaggio nascosto: se FCC decidesse lo stesso di procedere, potrebbe scattare la rappresaglia legale.

Comcast VS FCC, secondo round: fight! “La policy congressuale e la pratica delle agenzie governative di lasciare al mercato invece che ai regolamenti il compito di massimizzare i vantaggi per i consumatori – spiega Cohen – si è rivelata nella pratica (inclusa quella di Comcast) estremamente soddisfacente”. Tenendo conto di questi “fatti”, qualsiasi tentativo della Commissione di “testare la sua autorità legale” dovrebbe essere escluso .

A remare contro l’autorità di FCC ci sono diverse leggi e normative USA, elencate una per una dal pezzo grosso di Comcast: c’è la Cable Modem Declaratory Ruling , emanata dalla stessa Commissione, che conferisce ai fornitori di accesso via cavo uno status diverso da quello di semplici ISP. Nell’ Internet Policy Statement , poi, si parla sì della neutralità della rete, ma in alcun modo la FCC può occuparsi di “come funzionano i servizi a banda larga”.

Comcast, insomma, avrebbe tutte le carte in mano. Eppure FCC non si rassegna, e anzi rilancia : convocata una seconda udienza per ridiscutere tutta la faccenda, magari questa volta davanti ad un pubblico neutrale e un po’ meno addomesticato dell’ultima volta. Per andare sul sicuro, meglio spostarsi da costa a costa: questa volta l’appuntamento è a Stanford, costa ovest, invece che ad Harvard, costa est.

E mentre FCC si affretta a cambiare la definizione di banda larga , che secondo qualcuno potrebbe anche essere l’arma in più per costringere Comcast a rivedere le sue politiche, BitTorrent prova la strada del dialogo: Doug Walker , CEO dell’azienda, prova a porgere al provider un ramoscello d’ulivo.

Per Walker , la soluzione al problema della crescente richiesta di banda per i servizi online non è l’esclusione del P2P dall’accesso alle risorse: “Nessun tipo di traffico dovrebbe essere filtrato. Anzi, noi di BitTorrent potremmo aiutare Comcast a risolvere il problema: certo hanno bisogno di gestire la loro rete, ma il protocollo che identificano come il problema è in realtà la tecnologia che potrebbe aiutarli a risolverlo”.

La soluzione, dunque, non è lasciare libero l’ISP chiunque esso sia – di fare quello che gli pare. Piuttosto “bisogna lavorare insieme”, provider e operatori del P2P, per ottimizzare le risorse che ci sono a disposizione. A definire i confini della neutralità della rete e a tutto il resto, che pensino il mercato e la FCC.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
21 mar 2008
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