IoT, Huawei e l'OS da 10 kilobyte

IoT, Huawei e l'OS da 10 kilobyte

Il colosso cinese annuncia l'ennesima piattaforma per la Internet delle Cose, tecnologia con al centro un sistema operativo a dir poco "nano" che punta al business dei prossimi anni. Un business che attira tutti
Il colosso cinese annuncia l'ennesima piattaforma per la Internet delle Cose, tecnologia con al centro un sistema operativo a dir poco "nano" che punta al business dei prossimi anni. Un business che attira tutti

Il mercato delle tecnologie pensate specificatamente per la Internet delle Cose (IoT) si fa sempre più affollato, e dopo la piattaforma ARTIK recentemente presentata da Samsung è ora la volta di Huawei con l’annuncio dell’ architettura Agile Network .

L’offerta IoT del colosso cinese parte dal basso, vale a dire dal sistema operativo LiteOS e la sua quasi incredibile compattezza tecnica: l’OS IoT di Huawei pesa appena 10 Kilobyte, un record che avrebbe impressionato anche ai tempi del DOS e dell’Assembly, ed è pensato come base fondante di una “infrastruttura ICT standardizzata in grado di promuovere lo sviluppo delle applicazioni Internet”. IoT inclusa.

Con LiteOS tutti gli sviluppatori potranno accedere a una piattaforma “aperta” per creare velocemente prodotti di classe IoT, promette Huawei, la qual cosa include dispositivi per la domotica, gadget indossabili, veicoli connessi, sensori integrati e molto altro ancora.
Per creare i loro prodotti IoT, dice ancora Huawei, gli sviluppatori potranno fare uso anche del software della linea Agile, una linea di prodotti che accompagna il succitato LiteOS e permette alle aziende di integrare le loro infrastrutture IoT in relazione ai rispettivi business individuali.

Secondo Huawei la Internet delle Cose includerà più di 100 miliardi di connessioni entro il 2025, un oceano di possibilità economiche infinite, che non a caso fa gola anche ai produttori OEM dall’altra parte del mondo come Qualcomm.

Diversamente da Huawei, la corporation americana si è nei giorni scorsi focalizzata sulla realizzazione di nuovi dispositivi hardware IoT vale a dire QCA401x e QCA4531: il primo chip integra una unità microcontroller compatta con 800 KB di memoria on-chip, più una serie interfacce pensate per collegarsi a sensori, display e attuatori esterni e un servizio connettività completo tra WiFi, IPv6, HTTP; il secondo chip integra un ambiente Linux/OpenWRT programmabile ed è pensato per funzionare da nodo IoT per la gestione multi-protocollo di diversi ecosistemi di comunicazione.

Stando alle stime di IDC, il mercato delle soluzioni IoT crescerà del 19 per cento nel solo 2015 e arriverà a un valore di quasi 100 miliardi di dollari entro il 2018; cresceranno evidentemente anche le aziende, che secondo gli analisti sono già pronte – tecnologicamente parlando – per adottare il nuovo paradigma tecnologico.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
21 mag 2015
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