Memoria PCM, IBM si prepara per il mercato

Memoria PCM, IBM si prepara per il mercato

Big Blue sostiene di aver risolto uno dei difetti "storici" della promettente tecnologia di storage a stato solido migliorando l'affidabilità delle operazioni di I/O multi-bit su singola cella
Big Blue sostiene di aver risolto uno dei difetti "storici" della promettente tecnologia di storage a stato solido migliorando l'affidabilità delle operazioni di I/O multi-bit su singola cella

I ricercatori di IBM sono riusciti a sopravanzare uno dei problemi principali per l’adozione di massa delle memoria a variazione di fase (PCM), aprendo la strada a un’adozione di massa della tecnologia di storage a stato solido sul medio termine.

Il nuovo progresso di IBM sulle PCM si chiama immagazzinamento di bit multipli in una singola cella di memoria: finora non era stato possibile ottenere operazioni di I/O affidabili con più bit, ma grazie a tecniche di modulazione e codifica avanzata delle informazioni Big Blue ha superato anche questo scoglio.

Stando a IBM, con gli ultimi progressi nella ricerca sulle memorie a variazione di fase si avvicina di molto il momento in cui il mercato potrà saggiare gli indubbi vantaggi di questo genere di tecnologia: i chip PCM sono in grado di coniugare una latenza bassa nelle operazioni di I/O – paragonabile a quella delle memorie DRAM – assieme a una affidabilità incomparabilmente superiore rispetto ai chip NAND Flash attualmente impiegati per lo storage a stato solido.

Le memorie PCM possono supportare 10 milioni di cicli di scrittura contro i “miseri” 30mila delle NAND Flash di classe enterprise, dice IBM, e per quanto riguarda i tempi di adozione sul mercato si parla di un numero limitato di smartphone dotato di chip PCM nel breve periodo e una diffusione ampia entro il 2016.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
1 lug 2011
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