NY, il Central Park sarà un hub WiFi

NY, il Central Park sarà un hub WiFi

Sta per essere realizzato il progetto del sindaco Bloomberg, per portare connessioni wireless nei parchi della Grande Mela
Sta per essere realizzato il progetto del sindaco Bloomberg, per portare connessioni wireless nei parchi della Grande Mela

New York – Notebook connessi ad internet anche dalle panchine del celeberrimo Central Park. È lo scenario che si potrebbe avere a New York entro la fine dell’estate, secondo quanto annunciato dalle autorità cittadine, che intendono dotare i parchi della Grande Mela di connettività WiFi gratuita. L’intenzione, a cominciare proprio dal grande parco cittadino, è quella di installare otto hot-spots in luglio, per proseguire con gli altri parchi nei boroughs newyorchesi entro la metà di settembre.

Non sarà un ombrello a copertura urbana globale come i network progettati per Filadelfia e San Francisco, ma andrà ad integrare le reti già attive: Manhattan ne è già dotata in Bryant Park sulla Fifth Avenue e sono già connesse alcune aree di Downtown, come la piazza del Municipio, il Bowling Green nei pressi di Ground Zero e vicino a Wall Street. Il progetto guidato dal sindaco Bloomberg non toccherà, almeno per il momento, le spiagge della città, che molti utenti vorrebbero vedere “wifizzate”.

L’appalto per la realizzazione del progetto è stato affidato alla piccola azienda Wi-Fi Salon , che non avendo rispettato con puntualità la tabella di marcia, fa dubitare l’utenza sulla reale possibilità di completare i lavori entro l’estate come promesso dall’amministrazione comunale, in quanto si tratta di coprire decine di chilometri di terreno o di marciapiedi, con operazioni di scavi e installazioni che prevedono tempi tecnici imprescindibili.

Marshall Brown, titolare dell’azienda, si dichiara tuttavia fiducioso. L’accordo siglato con le autorità prevede che Wi-fi Salon si impegni a versare annualmente il 10 per cento dei ricavi conseguiti nelle casse pubbliche, oltre ad una quota fissa di 30mila dollari. Gli introiti non deriveranno dalla sottoscrizione di abbonamenti, ma da ricavi pubblicitari e da contributi provenienti delle grandi compagnie telefoniche americane.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
19 mag 2006
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