Oracle, niente pace per Java

Oracle, niente pace per Java

La community della piattaforma open source in subbuglio per le modalità di gestione del comitato di standardizzazione: addio a innovazione e indipendenza da Oracle, dice un membro del consiglio esecutivo
La community della piattaforma open source in subbuglio per le modalità di gestione del comitato di standardizzazione: addio a innovazione e indipendenza da Oracle, dice un membro del consiglio esecutivo

Se dal punto di vista dei pesi industriali l’ accordo tra Oracle e IBM porta un minimo di chiarezza negli equilibri di controllo sulla piattaforma Java, per quel che riguarda la community di sviluppatori della virtual machine cross-plattform le cose non sembrano che peggiorare. Sun non sarebbe stata il massimo nel rispetto di regole comuni e comunitarie, ma Oracle sarebbe persino peggio e pare avere tutta l’intenzione di trasformare il Java Community Process in un organismo “notaio” che ha il solo compito di ratificare tutte le proposte indicate dalla società.

Il Java Community Process è l’organizzazione che si occupa della delicata fase di standardizzazione delle specifiche Java, e al momento è sotto il tiro delle critiche incrociate da parte di esponenti della community convinti del fatto che le proposte e le candidature dei nuovi membri siano troppo vicine a Oracle per non puzzare di conflitto di interessi.

Le critiche arrivano ad esempio da Stephen Colebourne, membro del JCP e di Apache che mette sotto accusa Oracle per l’indicazione di Hologic come nuovo membro del comitato. La società, specializzata nella produzione di tecnologie per la cura della salute, ha in passato rilasciato alcuni comunicati stampa congiunti con Oracle e a parere di Colebourne questo sarebbe un indice abbastanza chiaro della mancanza di indipendenza nel giudizio “terzo” di Hologic rispetto a Java.

Colebourne è inoltre scontento della candidatura dell’ex-CTO di Yahoo! Sam Pullara, manager notoriamente molto vicino al vicepresidente di Oracle Adam Messinger. Ma le accuse più nette contro Oracle arrivano da Doug Lea, professore della State University of New York e influente figura nel mondo Java. Lea è stato membro del comitato esecutivo del JCP, e ha già fatto sapere di non volersi ricandidare in occasione delle prossime elezioni.

A parere di Lea “il JCP non è più un organo di specificazione e standardizzazione credibile, e non c’è più alcun ruolo utile per un sostenitore indipendente della comunità accademica e della ricerca nel comitato esecutivo”. In passato era diverso, continua il professore, perché nonostante le mancanze di Sun le regole iniziali erano tali da permettere al JCP di “favorire l’innovazione, la qualità, e la diversità, indipendentemente da Sun”.

Ora invece Oracle sembrerebbe dimostrare di non voler dare conto a quelle regole e di non voler rispettare quel minimo di “terzietà” vitale per le attività del JCP, trasformando altresì l’organizzazione in un “organismo di approvazione per le iniziative supportate da Oracle”. L’alternativa, per il professor Lea, è concentrare i maggiori sforzi di sviluppo su OpenJDK per il suo essere “un organo di codice condiviso, non di specifiche condivise”. Per lo sviluppo collaborativo meglio un modello “in stile Linux” piuttosto che far tirare a campare il JCP, conclude Lea.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 nov 2010
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