A Torino la pirateria non passa

A Torino la pirateria non passa

Lo affermano i mistery shopper di Microsoft, quelli che spiano i negozi per capire se vendono software pirata. Scoperto un 100naio di casi di illecito
Lo affermano i mistery shopper di Microsoft, quelli che spiano i negozi per capire se vendono software pirata. Scoperto un 100naio di casi di illecito


Roma – I “mistery shopper” di Microsoft Italia colpiscono ancora, questa volta per segnalare che il tasso di pirateria informatica nei negozi di Torino e del Piemonte in generale si colloca ben al di sotto delle medie nazionali. Tra il capoluogo e le altre province sono meno di un centinaio i negozi che Microsoft ha individuato come dediti alla rivendita illegale di software.

Muovendosi a seguito delle segnalazioni giunte dagli acquirenti, i “mystery shopper” sono incaricati Microsoft che in incognito entrano nei negozi e verificano la correttezza delle pratiche commerciali dei rivenditori di prodotti informatici.

“Riceviamo spesso segnalazioni su rivenditori scorretti che offrono ai propri clienti software illegalmente copiato e preinstallato sui PC, spacciandolo come uno sconto sul prezzo dell’hardware – ha affermato Massimo Mazza, Responsabile Marketing Antipirateria di Microsoft Italia – Questa pratica – tecnicamente definita hard disk loading (HDL) – ha nel nostro Paese una vasta diffusione e provoca danni non solo all’acquirente, che di fatto si trova ad utilizzare, spesso inconsapevolmente, software illegale, ma anche ai rivenditori onesti, che finiscono per lavorare in un contesto di evidente concorrenza sleale”.

Per questo i mystery shopper simulano un acquisto di prodotti Microsoft e osservano le proposte dal rivenditore.

Secondo Microsoft, i dati rilevati sul campione dei punti vendita torinesi mostra tassi di comportamenti illegali ampiamente al di sotto della media nazionale finora registrata con questo tipo di “verifiche”: a Torino sono stati visitati 26 punti vendita, nei quali si è riscontrato un tasso di offerte illegali dell’11,53 per cento (solo 3 punti vendita hanno praticato HDL), dato inferiore al già contenuto tasso di pirateria riscontrato nelle verifiche del 1997 quando – su 58 negozi visitati – solo 8 avevano proceduto ad offrire software privo di licenza (13,8 per cento).

Leggermente più alti i riscontri nelle altre città piemontesi visitate nel corso dell’ultimo anno dai mistery shopper: si va da un 20 per cento di “pirateria HDL” ad Alessandria (25 i negozi visitati), al 24,13 per cento di Novara (7 i punti di vendita considerati “pirata” su 29 visitati), fino al 28,57 per cento di Biella (6 negozi su 21 visitati), la città del gruppo con il valore più elevato.

Nel corso dei sopralluoghi, sono stati rinvenuti inoltre 111 CD illegalmente masterizzati: 71 a Novara, 24 a Biella, 10 ad Alessandria e solo 6 a Torino.

“Il segnale che proviene dal Piemonte è importante – ha dichiarato Maria Paola Germano, direttore antipirateria di Microsoft Italia – e ci lascia ben sperare per il futuro: significa che la nostra attività, la costanza e la frequenza dei controlli sul canale, le nostre campagne informative e pubblicitarie a favore del software originale, contribuiscono allo sviluppo di una cultura della legalità, che non molto tempo fa sembrava del tutto estranea al nostro Paese”. “Non bisogna però dimenticare” – ha poi affermato – che l’hard disk loading è solo uno degli aspetti in cui si manifesta la pirateria del software, un grave fenomeno che nel nostro Paese si attesta ancora su livelli molto elevati e che non solo genera una perdita di fatturato per le software house coinvolte, ma anche il mancato sviluppo del mercato dell’Information Technology, la mancata creazione di posti di lavoro e ingenti perdite di introiti fiscali”.

Stando all’ultimo IPR Report (studio internazionale dell’International Planning Corporation), la duplicazione e distribuzione illegale di software in Europa avrebbe generato perdite pari a 3 miliardi di dollari, di cui 422 milioni di dollari solo in Italia. Una indagine PriceWaterHouseCoopers ha inoltre stimato che, negli ultimi 5 anni, come conseguenza di tale fenomeno, si debba scontare anche la mancata creazione di oltre 200mila posti di lavoro a livello europeo, di cui circa 37mila in Italia. Come noto, la BSA , associazione che raccoglie i produttori di software proprietario, in Italia il tasso di pirateria informatica è attestato intorno al 46 per cento.

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Pubblicato il
16 mag 2002
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