I siti italiani siano registrati

I siti italiani siano registrati

Il sottosegretario Bonaiuti annuncia l'arrivo dei 50 miliardi di lire per gli editori e afferma di ritenere aberrante la mancata registrazione dei... siti anonimi. L'ombra della Legge sull'editoria si allunga sulla rete
Il sottosegretario Bonaiuti annuncia l'arrivo dei 50 miliardi di lire per gli editori e afferma di ritenere aberrante la mancata registrazione dei... siti anonimi. L'ombra della Legge sull'editoria si allunga sulla rete


Roma – Una volta che si sia definito cosa si intende per “editoria in rete”, compito quantomai arduo, secondo il sottosegretario all’editoria Paolo Bonaiuti “i diritti e i doveri dei prodotti editoriali online dovranno essere di conseguenza adeguati a quelli dei prodotti tradizionali”.

Bonaiuti, che ha parlato ieri dinanzi alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, e che è un fermo sostenitore della contestatissima Legge sull’editoria (62/2001), ha affermato: “Per dirlo con chiarezza, la registrazione dei siti editoriali online mi sembra un impegno doveroso oltreché coerente con la legge 62 del 2001”. E ha spiegato: “Trovo aberrante che ci si possa nascondere dietro l’anonimato di alcuni siti per diffondere notizie che sui prodotti editoriali tradizionali porterebbero a sicure sanzioni civili e penali”.

Il sottosegretario, che non ha spiegato quale sia la differenza tra “sito” e “sito editoriale” né se soltanto i siti web tra le pubblicazioni internet debbano essere considerati in questo (?) modo, non si è soffermato neppure su quali siano i casi di anonimato ai quali si riferisce. Come noto, infatti, l’anonimato in rete richiede una certa conoscenza della rete stessa ed è senz’altro complesso mantenerlo se si intende farlo valere mentre si gestisce un sito web “editoriale” (?).
Ma neppure sono chiare quali siano le notizie diffuse in modo anonimo alle quali Bonaiuti fa riferimento, visti anche i numerosi provvedimenti per diffamazione che hanno portato in Italia persino al sequestro di siti e a lunghi e costosi processi. Procedimenti che sembrano dimostrare come alla legge “non si scappi” neppure in rete.

Le parole di Bonaiuti riportano al centro del dibattito la Legge sull’editoria, con quei toni che erano stati previsti, temuti e denunciati dai 54mila utenti internet e 3.300 siti che hanno sostenuto la Petizione per l’abrogazione della Legge, una petizione che giace inascoltata proprio presso la Commissione Cultura della Camera.

La pericolosità della lunga ombra di quella legge, le cui ambiguità hanno sollevato un acceso dibattito non tanto sui giornali quanto tra i giuristi , si palesa ora in modo evidente.

Tutto questo si accompagna al fatto che proprio Bonaiuti, ieri, ha anche spiegato come siano ormai “pronti” i 50 miliardi di lire destinati alle imprese editoriali come previsto proprio da quella legge, soldi che sosterranno l’attività dei grandi editori dentro e fuori dalla rete a dispetto degli umori del mercato e dei lettori.

Bonaiuti, riferendosi al varo dei crediti agevolati sull’editoria e al credito d’imposta, ha sostenuto che “non è stato un percorso facile a causa delle insidie di quella legge Bassanini che avrebbe dovuto invece snellire le procedure. Ma alla fine siamo arrivati in porto: disponiamo adesso di una somma tra i 40 e i 50 miliardi di lire a favore delle imprese editoriali che ristrutturano o rinnovano”.

Parole che non sorprendono, visto che proprio Bonaiuti aveva difeso con forza la Legge sull’editoria, quando a poche settimane dal suo arrivo al Governo l’aveva definita “ottima” e la proponeva persino come “perno” dell’azione di governo.

Ai fondi previsti dalla legge possono accedere soltanto le imprese editoriali dotate delle caratteristiche previste dalla legge sulla stampa, che siano attive da almeno tre anni e che abbiano regolari contratti giornalistici con i propri dipendenti. Ma, a quanto pare, una registrazione sarà obbligatoria anche per siti che non rispondono a queste caratteristiche.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
25 lug 2002
Link copiato negli appunti