Sul datacasting la TV si gioca tutto

Sul datacasting la TV si gioca tutto

La possibilità di inviare dati attraverso la televisione ad utenti dotati di set-top-box e hard disk digitali è sempre più concreta negli States. Partite le sperimentazoni di iBlast, che si aggiunge a Geocast
La possibilità di inviare dati attraverso la televisione ad utenti dotati di set-top-box e hard disk digitali è sempre più concreta negli States. Partite le sperimentazoni di iBlast, che si aggiunge a Geocast


New York (USA) – Scaricare rapidamente dati da Internet richiede linee a banda larga, velocità spesso irraggiungibili, sistemi complessi come il satellite. Negli USA si sta facendo largo il datacasting, l’invio di dati attraverso le reti televisive, e stanno partendo le sperimentazioni di iBlast, servizio che potrebbe entrare in diffusione commerciale entro l’anno.

iBlast è voluto da numerosi network televisivi che intendono rispondere al progressivo erodersi del proprio mercato, minacciato dalle cable-tv e da Internet. L’idea di fondo dietro iBlast, che si aggiunge al già esistente Geocast, è quella di consentire ai suoi utenti di scaricare grandi quantità di dati sui propri computer e hard disk in pochissimo tempo.

Il servizio ignora la Internet tradizionale e si basa sullo “sparare” i dati da scaricare nel decoder ad hoc dell’utente, che può così archiviarli sul proprio hard disk. Si tratta di una tecnologia che non ha alcuna relazione con l’interattività concessa da Internet, o con la sua “libertà di navigazione”, ma le televisioni sperano che possa funzionare per una grande quantità di servizi che, altrimenti, richiederebbero banda larga là dove spesso è difficile se non impossibile farla arrivare.

Va da sé che gli ostacoli sulla strada del datacasting sono numerosi, a cominciare dal fatto che il suo futuro è legato alla televisione digitale, che negli USA avanza tra una causa legale e l’altra che divide produttori e fornitori di servizi. Inoltre la molteplicità degli standard, l’esistenza di un numero sempre maggiore di alternative e il progressivo abbassarsi dei costi della banda larga tradizionale sembrano “congiurare” per impedire al datacasting di imporsi.

Eppure lo sforzo collettivo di numerose emittenti sta a testimoniare che del buono, sul lato business, ci può essere e che su questo fronte, quello del datacasting, si potrebbe giocare una partita importante per il futuro della Tv nell’era della “Internet diffusa”.

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Pubblicato il
18 gen 2001
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