Un chip collega due sistemi nervosi

Un chip collega due sistemi nervosi

Il professor Warwick sostiene che ormai il chippetto è pronto: consentirà a due persone collegate via computer di percepire ciascuno le sensazioni provate dall'altra, anche sessuali. La prima sperimentazione già nelle prossime settimane
Il professor Warwick sostiene che ormai il chippetto è pronto: consentirà a due persone collegate via computer di percepire ciascuno le sensazioni provate dall'altra, anche sessuali. La prima sperimentazione già nelle prossime settimane


Reading – Un chip sottopelle capace di trasmettere segnali dal sistema nervoso di un individuo a quello di un’altro? Non è l’annuncio di un futuro da fantascienza ma quello di un componente elettronico che sarebbe già pronto per essere testato prossimamente dal suo inventore e da sua moglie.

Il professore di cibernetica dell’Università di Reading in Gran Bretagna, Kevin Warwick , ha infatti annunciato di aver completato il prototipo del suo chip che – dice – collega due sistemi nervosi tra di loro.

Warwick sostiene che due persone possono condividere il dolore, il movimento e persino il piacere sessuale provato durante un “collegamento”. Entrambi devono avere installato sottopelle un piccolo processore quadrato. E questo accadrà allo stesso Warwick e alla moglie Irena nei test che inizieranno a breve e che verranno condotti per due settimane.

Da quanto si apprende, il chip dovrebbe essere in grado di trasmettere segnali dal sistema nervoso del professore a quello della moglie grazie ad una incisione nel braccio dove verrà impiantato. Il trasmettitore, il cui prototipo pare sia costato 250mila dollari, dovrebbe venire connesso alle diramazioni nervose nel braccio dei due sperimentatori ed entrambi essere collegati ad un semplice computer.

“Il sistema nervoso – ha dichiarato Warwick – è invaso da segnali elettrici provenienti dal cervello e destinati ad avere un impatto sul fisico, come accade quando Irena salta vedendo un ragno. Tra le implicazioni vi può essere quella di non poter più fingere un orgasmo”. Secondo il professore, i microchip consentiranno alla coppia di percepire l’eccitazione e il dolore l’uno dell’altra ma le percezioni saranno limitate a questo, “senza possibilità di vedere, odorare o gustare in comune né di leggere la mente l’uno dell’altro”…

In questo clima da fantascienza, Warwick sostiene di aver messo in conto una possibile conseguenza negativa del proprio esperimento: “Il problema più grande, al di là di un possibile danno nervoso e perdita di sensazione o movimento, è mentale. Il mio cervello sarà in grado di gestire tutto questo? Il rischio maggiore è che ne esca pazzo”.

Warwick è noto per molti dei suoi esperimenti del passato che in alcuni casi hanno guadagnato le prime pagine dei giornali. Come accadde nel 1998, quando in un esperimento durato nove giorni il professore era riuscito a impiantare nel suo braccio un chip capace di comandare l’apertura delle porte del suo ufficio, l’accensione delle luci e del suo computer. Già allora aveva preannunciato gli esperimenti che verranno realizzati in queste settimane.

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Pubblicato il
9 ott 2000
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