La messa a punto dei sensori da tsunami

La messa a punto dei sensori da tsunami

Sono quattro i paesi che grazie ad una partnership tecnologica avanzata, che collega sensori marini e satelliti, potranno guardare al futuro con maggiore tranquillità
Sono quattro i paesi che grazie ad una partnership tecnologica avanzata, che collega sensori marini e satelliti, potranno guardare al futuro con maggiore tranquillità


Bangkok (Thailandia) – Thailandia, Myanmar, Vietnam e Filippine saranno unite in un unico network di sensori per la prevenzione dei temibili tsunami. Il sistema informatico verrà inaugurato durante l’anniversario dei tristi eventi del 26 dicembre 2004, quando un’onda anomala uccise oltre 200mila persone nel sud-est asiatico. Computer e sensori verranno utilizzati per monitorare lo stato della Terra e delle profondità oceaniche: con l’ausilio di modelli matematici, gli scienziati potranno così calcolare la probabilità di sismi violenti – basandosi contemporaneamente su variabili sismologiche ed oceanografiche provenienti da tutto il mondo.

Il progetto è stato finanziato con fondi internazionali e costerà circa 30 milioni di dollari : l’obiettivo è di fornire una infrastruttura unitaria che eviti falsi allarmi e discordanze tra le previsioni sismografiche emesse dai vari stati. “Il rischio è che troppi falsi allarmi – sottolinea ai reporter Suvit Yodmani, direttore dell’ Asian Disaster Preparedness Center – possano creare scompiglio e far precipitare la fiducia delle popolazioni nei momenti di vero rischio”.

Verranno sistemati cinque speciali sensori sismografici all’interno di torri d’osservazione, posizionate a largo della costa dei quattro paesi coinvolti. Queste torri saranno la base di un network che unificherà tutta una serie di apparecchi di rilevazione: dallo stato delle maree fino alle correnti marine. Attraverso un collegamento diretto satellitare, la rete dei sensori asiatici si appoggerà al database del Global Sea Level Observing System : l’unione dell’analisi sismologica con questo grande apparato oceanografico, finanziato da Australia e Stati Uniti, porterà alla nascita di un sistema altamente affidabile per il monitoraggio in tempo reale degli tsunami e dei terremoti in questa “zona bollente” del pianeta.

Sensori di questo tipo sono già utilizzati per monitorare le condizioni geologiche delle Hawaii e dell’arcipelago nipponico: finora si sono rivelati assai utili per determinare con precisione l’intensità e la propagazione delle scosse telluriche – un’onda può essere avvertita con largo anticipo, grazie all’infrastruttura digitale: un tempismo che permetterà di salvare il salvabile in situazioni disperate.

“Questo approccio alla gestione del rischio è essenziale per lo sviluppo di qualsiasi attività nella regione”, dichiara Yodmani. “Un sistema di questo tipo può creare una più grande consapevolezza nei cittadini per affrontare unitamente eventuali disastri naturali perché – conclude il direttore del progetto – crea una base d’informazioni accessibile per ministri, capi villaggio ed esperti internazionali”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
2 ago 2005
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