Lavoro IT, quale Project Manager?

Lavoro IT, quale Project Manager?

di Giuseppe Cubasia - L'informatico lavora spesso e volentieri con un project manager. A volte è una benedizione, più spesso un incubo. Dal PM padrone al PM schiavista a quello arrivista, la casistica è ampia
di Giuseppe Cubasia - L'informatico lavora spesso e volentieri con un project manager. A volte è una benedizione, più spesso un incubo. Dal PM padrone al PM schiavista a quello arrivista, la casistica è ampia

Il PM è come la famiglia, te lo trovi sulle spalle senza possibilità di scelta.
Uno ci prova ad entrare nel team del Bravo Pm, ma è difficile che ci si riesca. I movimenti sono sempre visti di malavoglia dai Pm, che come i gestori di un piccolo regno desiderano avere quanti più sudditi possibili per aumentare il loro potere in azienda. Se vi lasciano andare è solo perché non siete più utili alla sua causa, poco male, voleva dire che neanche il PM era utile alla Vostra.

miranda Esistono diverse categorie di PM e dopo oltre 20 anni di lavoro credo di averle conosciute tutte.
La prima categoria è il PM padrone , the one man self, accentra in una sola persona i ruoli dell’imprenditore, direttore marketing e capo del personale. Si ritrova nelle aziende molto piccole.
“Fallo, impara, sbrigati che dobbiamo fatturare” sono le sue frasi preferite.
Il suo metodo di lavoro, affinato in anni di battaglie in prima linea è: “Prima prendiamo il lavoro, prima lo finiamo, prima fatturiamo”.

Le persone che riportano a lui sono anche dette stacanoviste dello straordinario, assentarsi dopo sole otto ore di lavoro è considerato part-time e la formazione on the job è l’unica a loro riconosciuta.
Tra i migliori riconoscimenti che tale categoria di PM è solita elargire possiamo annotare le frasi famose: “Hai ancora un posto di lavoro di cosa ti lamenti?” E la celeberrima e sempre in auge: “Se pensi di trovarti male dove sei, puoi andare via, quando vuoi”.
La sua politica di sviluppo è: “finché dura fa verdura”. In sintesi, può essere un buon training iniziare con un tale PM, più o meno come lo può essere imparare a nuotare buttandosi in una vasca profonda 7 metri infestata dagli squali. Se sopravvivete non dovete temere più nulla dalla vita.

La seconda categoria di PM adotta una gestione più morbida, ma decisamente più subdola e mortale. Sono i PM arrivisti . Hanno il solo ed esclusivo obiettivo di adoperare il progetto e le persone che ne fanno parte come scalino per il prossimo obiettivo personale.
Quando ve ne trovate uno davanti lo riconoscete subito perché un solo pensiero vi balena in mente: “Ma questo come diavolo a fatto a diventare PM?”

È assolutamente ignorante sia di che cosa tratti in particolare il progetto sia di che cosa stiate facendo. Circola sempre circondato dai suoi scudieri come un re con la sua corte e la sua stanza sembra la presidenza del Consiglio. Ha un fare ed un incedere superiore all’importanza che riveste in azienda e la sua più grande preoccupazione è mostrare sempre il lato migliore di sé stesso al Sole dei dirigenti che incontra “casualmente” sempre più spesso, e cui dimostra un’amicizia ed un affetto senza fini. Il suo eroe è Due facce . Quando avete un problema la sua stanza è sempre aperta, cosi come la sua bocca, sempre pronta a adulare od a mettere in cattiva luce secondo i suoi scopi. Appena ne avrà l’occasione mollerà il progetto per andare verso lidi migliori.

Le sue frasi più famose sono: “Ah…ed è un problema. Ed allora come proponete di risolverlo?” “Questi sono problemi tecnici…sbrigateli voi.”
La sua politica di sviluppo è: “Se non hai un posto migliore dove stare, al momento, conviene rimanere qui.” In sintesi, può essere un ottima prova per dimostrare a Voi stessi che quello che avete imparato lo sapete fare bene. Se sopravvivete, vi meritate l’appellativo di Risolutore di problemi (altrui).

La terza categoria di PM sono i PM raccomandati . La loro gestione è…non avere una gestione. Sono in genere a capo di gruppi dove l’ expertise è elevata. In pratica la loro funzione è inutile. Il gruppo si autogestisce, sa cosa deve fare e quando. Si può dire che sia l’ambasciatore del gruppo, il suo portabandiera. Nessuno lo dice apertamente, ma tutti sanno perché è lì e come ha fatto ad arrivarci. Lo trovate spesso nelle grandi organizzazioni a causa del famoso effetto “catena” o “treno”. Rimane in auge finché la locomotiva cui è attaccato rimane in azienda. Taluni, molto pochi, riescono a loro volta a diventare delle locomotive che tirano a loro volta un lungo treno.

Sono personaggi decisamente affabili, la cui principale attività è quella di mostrarsi sempre impegnati ed indaffarati. Vorrebbero sapere di più di quello che fate, ma non hanno mai tempo. Corrono sempre per assistere a riunione “interlocutorie” con tantissime persone in cui la decisione finale è sempre rimandata. Le vedete spesso arrivare sulla vostra scrivania con un supplica in volto: “Dobbiamo far fare questo al sistema, lo può fare vero?”
In genere la loro gestione non danneggia il gruppo, ma neanche lo favorisce, se non siete nella scia del treno. Sono ottime persone per gestire lo status quo, progetti tranquilli ed ad ampio respiro, ma se non siete in questa situazione, allora evitateli come la peste perché vanno letteralmente in panico, quando si trovano ad assumere il comando di una task force. In sintesi: se cercate un luogo dove spiaggiarvi ed aspettare la pensione, lo avete trovato.

La quarta categoria sono i PM certificated . Camminano rigidi come la famosa scopa, sempre in giacca e cravatta. Il project è il loro credo, la minuta di riunione la loro bibbia, vivono ossessionati nel mantenere i costi ed i tempi nei margini previsti.
Sono capaci di gestire qualsiasi cosa, perché Io lo so fare il PM ! Non importa dove sono, non importa con chi lavoro, io faccio il PM .
La sua massima è Credere, Obbedire e Combattere.

Sono dei muli da soma, accentrano qualsiasi cosa, hanno la smania del controllo assoluto su tutto e tutti. Fai esattamente come ti dico io ed hai fatto a mala pena il tuo dovere, sbagli e ti meriti di essere lì dove sei. Non importa cosa realizziamo oggi, c’è da fare un’analisi, uno sviluppo ed un testing ed è tutto qui. Il nostro PM è super aggiornato, sempre! Ha l’email, il Blackberry, l’agenda, sempre allineati e coperti. Non dorme mai, al massimo riposa, non mangia, si nutre.
Il massimo della sua felicità è poter esporre grafici e power point a iosa a chi ne fa richiesta, è come un professore universitario, vi cita esempi e strategie vincenti a memoria.

La sua filosofia: “Non importa cosa facciamo e se lo sappiamo fare, prendiamo dei consulenti che lo realizzano”. Le sue frasi preferite: “organizziamo una riunione, verifichiamo gli obiettivi, tracciamo gli open points”. Requisiti fondamentali per lavorare proficuamente con il nostro PM: “Adottare i suoi standard e tempi di lavoro, avere una naturale tendenza a fare da tappeto, un’altissima sopportazione allo stress”. In genere in omaggio ai nuovi membri del team vengono offerte due sedute dallo psicoterapeuta ed una scatola di Valeriana per gli incubi notturni. In sintesi: se cercate nuove emozioni e pensavate di aver visto tutto, quest’esperienza fa al caso Vostro.

Non poteva manca all’elenco la quinta categoria: sono i PM di facciata . Sono quelli che io chiamo gli sfortunati PM per forza. Sono le vittime di quella regola che imperversa negli uffici del personale che induce a promuovere un ottimo tecnico per farlo diventare un pessimo PM. In genere questo accade o quando vi è troppo lavoro ed allora occorre qualcuno che se ne occupi, oppure perché occorre sviluppare un settore ed allora si prende il tecnico di turno e lo si trasforma in PM.

E lui ci prova a fare il PM. Si mette la sua bella cravatta, cerca di capire come funzioni un project, indice le sue riunioni e costruisce le sue presentazioni, ma non c’è nulla da fare, ha sempre quell’aria da smarrito che sembra dire: “E mo’ che cosa devo fare?”
È sempre in cerca di un conforto, di un’approvazione al suo operato. Le sue frasi preferite: “Ottimo suggerimento, non ci avevo pensato”, oppure “Cosa suggerisci ?”
I suoi capi lo trattano come un cucciolo di Panda. Crescerà, sta imparando, a furia di prendere schiaffi da tutti capirà come muoversi.
Se siete giovani d’esperienza e desiderosi d’imparare, forse è il caso d’evitare questi PM; se siete esperti, probabilmente vi state mordendo la lingua a sangue per evitare di aprire bocca e gridare “Ma che cosa stai facendo!”. Un consiglio: appendete nella stanza la targa “Non parlate al conducente”.

La sesta categoria è il sadistic PM . In realtà non sono dei veri PM quanto piuttosto dei sorveglianti di schiavi. Sono privi sia di capacità tecniche sia di skill di management, eccetto che per una sola cosa: la funzione sum di Excel che calcola le ore lavorate da fatturare al cliente.
Sono i PM delle ditte “un tanto l’ora”, appiattiti come vermi intestinali, sono a carico del progetto e del cliente che ne paga la presenza il cui unico scopo è quello di stare sulle spalle delle persone come un avvoltoio in attesa del suo pasto, pronto, tabella alla mano, a farvi notare che siete solo una colonna del suo foglio Excel e che sotto una determinata soglia di budget siete utili alla causa come lo è la carne morta. L’intimidazione e la capacità di questi PM è fin troppo nota. Si vive alla giornata, e devi ringraziare il cielo. Le sue frasi famose:”Ringrazia Iddio che ancora lavoriamo qui”. Se ci tolgono l’attività ANDATE (VOI) tutti a casa”.

Si eliminano come i parassiti allorché si presentano dei progetti con un valore aggiunto elevato, oppure sono i primi ad essere cacciati quando il cliente si accorge di chi fa il lavoro e di che cosa sta pagando. In sintesi: non avete nulla da imparare da costoro, cercate di meglio, ci vuole poco, od ignorateli: non meritano considerazione.

La settima categoria è l’ultima, ma solo per ragioni di spazio. È la one minute manager . Più che una categoria è una leggenda metropolitana, un obiettivo cui tendere, è l’araba fenice del Team member, la persona con cui tutti vorrebbero collaborare. La sua tecnica è semplice: “Non puoi fare un lavoro se non sei stato preparato a farlo; quindi il mio lavoro come PM è quello d’insegnarti a fare il tuo lavoro affinché un giorno tu possa fare il mio”. È la persona che non ti dice solo cosa fare, ma prima ti dice come farlo e quale obiettivo si sta perseguendo. Ti stimola a pensare a nuove soluzioni e ti mette sempre davanti a traguardi sfidanti riconoscendoti immediatamente le doti ed i comportamenti giusti, cosi come ti avvisa e ti mette in guardia nei comportamenti errati.
È diventato OMM perché a sua volta è stato anche lui un team member di un altro OMM; conosce i vostri problemi perché erano i suoi problemi.

Le sue qualità principali sono la calma e la flessibilità. Sa andare dritto al punto, quando serve, così come sa aspettare che Voi stessi troviate la soluzione. Vi mette in luce, quando riuscite, Vi comprende quando siete in difetto. In sintesi: se pensate di mettervi in proprio e fondare un azienda vincente e volete provare a capire se ne avete la stoffa, provatelo. Ai nuovi membri del team è dato in omaggio una settimana presso un centro di sviluppo dell’Autoconsapevolezza. Non potete sapere cosa sia, se non l’avete provato su voi stessi.

il celebre capitano Il mio PM preferito è il capitano J. T. Kirk . Si può considerare un bravo tecnico, ma nulla più, è invece un eccellente stratega ed un uomo di carisma. Sapeva che vi erano persone con capacità superiori alle sue in ruoli specifici e li valorizzava, li apprezzava e li rispettava per questo e dava loro ampio spazio di manovra ed in cambio ne riceveva fiducia ed un ottimo lavoro. Era come se l’intero suo equipaggio gli dicesse “Tu pensa solo a dire dove dobbiamo andare e cosa vuoi raggiungere, al come ci pensiamo noi”. Lui era il PM, loro i tecnici. L’uno senza l’altro non sarebbero esistiti e mai sarebbero andati where no man has gone before se non si ci fosse stato il rispetto reciproco per il lavoro altrui,

Non sempre accade questo, ma avrei dato chissà cosa per essere in un team così.

Giuseppe Cubasia
Cubasia blog

I precedenti interventi di G.C. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
6 giu 2008
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