Canada, i pirati del P2P la faranno franca

Canada, i pirati del P2P la faranno franca

Le forze dell'ordine locali si concentreranno su questioni di proprietà intellettuale più importanti per i cittadini. Diversa la situazione in Europa: l'admin di OiNK sta raccogliendo i dindi per difendersi in tribunale
Le forze dell'ordine locali si concentreranno su questioni di proprietà intellettuale più importanti per i cittadini. Diversa la situazione in Europa: l'admin di OiNK sta raccogliendo i dindi per difendersi in tribunale

La caccia ai pirati? Il Canada alza le mani in segno di resa: perseguire ogni singolo utente che utilizza i sistemi di file sharing con intenti illegali è una guerra persa.

A sventolare bandiera bianca, segnala TorrentFreak , è Noël St-Hilaire, a capo della divisione antipirateria della Gendarmerie royale du Canada ( GRC ).

“La pirateria per uso personale non è più un obiettivo prioritario – ha spiegato St-Hilaire a Le Devoir . “Oggi è così semplice copiare”, una contingenza che complica a dismisura i tentativi delle forze dell’ordine di individuare e perseguire chi scarica illegalmente contenuti.

È per questo motivo che il nucleo antipirateria della GRC concentrerà i suoi sforzi su questioni che toccano da vicino la sicurezza e la salute di cittadini e consumatori, tentando di sgominare le organizzazioni che compiono crimini contro la proprietà intellettuale piratando medicinali o apparecchiature che possono mettere a rischio coloro che ne fanno uso.

Merito della proposta di legge che vorrebbe recuperare quanto sottratto dalla pirateria imponendo delle tasse ai distributori di musica legale? Merito del comportamento degli ISP, che arginano a monte il fluire dei torrent? Merito del recente studio canadese che suggerisce che i downloader siano fedeli acquirenti di CD? Pare piuttosto che le forze dell’ordine locali scarseggino in tempo e risorse : concentrarsi sulla caccia al downloader per uso personale sarebbe un inutile dispendio di energie.

Se fra i blogger c’è chi spera che la resa canadese possa incoraggiare altri stati a deporre le armi e ad abbandonare la crociata invocata dalle major, oltreoceano c’è chi prepara l’artiglieria per contrastare l’offensiva dell’industria della musica. È l’inglese Alan Ellis: l’admin di OiNK , il network dello sharing ad accesso limitato fatto chiudere da IFPI e BMI, si prepara ad affrontare in tribunale le accuse dell’industria dei contenuti e a questo fine ha attivato una raccolta fondi.

Il recente logo di OiNK A dimostrazione dell’inefficacia della lotta alla pirateria riscontrata dalle forze dell’ordine canadesi, i tracker del file sharing abbattuti nell’operazione OiNK stanno rispuntando come le teste di un’idra.

Fra gli utenti di Digg c’è già chi si chiede quanto potrà versare per la causa di OiNK Trent Reznor, fedele utente di OiNK e leader anti-major dei Nine Inch Nails, sbandieratore di vessilli pirateschi, nonché produttore di un disco che verrà distribuito .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
12 nov 2007
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