HADOPI, assalto a quel che non è P2P

HADOPI, assalto a quel che non è P2P

L'Autorità francese è pronta a far calare la sua ghigliottina sulle piattaforme che ospitano contenuti in streaming o in modalità direct download. Rischierebbero il sequestro dei domini, come previsto dalla contestata SOPA
L'Autorità francese è pronta a far calare la sua ghigliottina sulle piattaforme che ospitano contenuti in streaming o in modalità direct download. Rischierebbero il sequestro dei domini, come previsto dalla contestata SOPA

Le grinfie di HADOPI sulle principali piattaforme di streaming e download dei contenuti audiovisivi in violazione del copyright, in un nuovo pacchetto di misure anti-pirateria proposto dalla stessa Autorità francese. L’eventuale estensione della cosiddetta Dottrina Sarkozy ha subito scatenato la furia degli attivisti, dopo le vibranti battaglie contro i disegni di legge SOPA e ACTA.

In sostanza , i vertici di HADOPI vorrebbero obbligare tutti i portali della condivisione digitale a prevedere meccanismi di controllo e conseguente rimozione dei contenuti , offrendo ai legittimi titolari dei diritti strumenti simili a quelle garantiti da YouTube o Dailymotion. In caso di rifiuto, le piattaforme potrebbero ritrovarsi con una serie di minacciosi avvisi sul modello dei three strike che pendono sulla connessione dei singoli scariconi transalpini.

Vibranti proteste da parte dei responsabili del gruppo La Quadrature du Net : HADOPI metterebbe a repentaglio la libera espressione sul web con un regime anti-pirateria basato sul ricatto. Nel nuovo report dell’Autorità, tutte quelle piattaforme non intenzionate a collaborare rischierebbero le punizioni più severe, da eventuali sanzioni pecuniarie al blocco o al sequestro di domini e indirizzi IP .

Nello specifico, HADOPI vorrebbe tutelare il copyright non tanto attraverso un percorso legale fatto di denunce e di decisioni delle autorità giudiziarie, ma piuttosto attraverso una serie di accordi fra privati. Secondo gli attivisti locali, la scure sugli intermediari del web metterebbe a rischio il principio di neutralità digitale, trasformando portali e motori di ricerca in una vera propria milizia della Rete.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 feb 2013
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