Confalonieri: Internet o della concorrenza sleale

Confalonieri: Internet o della concorrenza sleale

Internet mancherebbe di regole e controlli, la TV sarebbe marcata troppo stretta. Parla di un'asimmetria dannosa a discapito della TV da riequilibrare a partire dall'asta per gli 800 Mhz
Internet mancherebbe di regole e controlli, la TV sarebbe marcata troppo stretta. Parla di un'asimmetria dannosa a discapito della TV da riequilibrare a partire dall'asta per gli 800 Mhz

Il Presidente Mediaset Fedele Confalonieri parla di “asimmetria dannosa” e “totale assenza di regolamentazione”. E l’ oggetto della sua recriminazione è Internet .

In Internet, dice Confalonieri, “regna la totale assenza di regole e di controlli” mentre nel mercato televisivo “vi è una pesante ingerenza degli organi di regolamentazione”.

Questo, spiega il vertice di Mediaset tornando su un argomento caro alla sua azienda come dimostrano una serie di cause intentate nei confronti di colossi della rete, genererebbe “un’asimmetria molto dannosa” che rischia di compromettere seriamente tutto quello che ha a che fare con la “creazione intellettuale, i contenuti originali e il copyright”.

Fedele Confalonieri parlava ad una platea amica come l’assemblea degli azionisti e intendeva mettere alla berlina gli ostacoli incontrati sulla strada dell’azienda e dispiegare la strategia da adottare nel prossimo futuro: “Difendere gli investimenti contro ogni utilizzo parassitario e ogni pirateria. Non vogliamo privare il mondo degli internauti dei contenuti più preziosi e apprezzati. Vogliamo invece fare in modo che questi contenuti continuino a essere pensati, finanziati, distribuiti dentro a una logica economica, l’unica che garantisce la loro generazione”.

Internet, insomma, attenterebbe alla televisione . E lo farebbe nel solito modo: ospitando pirati, materiali rubati e limitandosi a depredare contenuti altrui. Fattori che secondo Confalonieri minaccerebbero “il modello di business basato sul pilastro dell’esclusiva e della remunerazione dei diritti” la cui sopravvivenza sarebbe necessaria per evitare “la progressivo e inesorabile desertificazione dello show business, della creatività, della produzione di contenuti di qualità”.

L’oste, insomma, dice che il suo è vino buono e che gli viene rubato da sotto il naso. Eppure, dopo la vittoria giudiziaria ottenuta in Italia nei confronti di Google per i video del Grande Fratello caricati sul Tubo, l’ultima causa depositata da una sua controllata, Telecinco, ha visto i giudici spagnoli dare ragione a YouTube, considerato un mero intermediario, ritenuto non responsabile del comportamento dei suoi utenti.
La battaglia nei confronti di Google, d’altronde, continua e Confalonieri afferma che sono “alleati con altri editori, in Italia e all’estero” e che serve a “difendere gli investimenti contro ogni utilizzo parassitario e ogni pirateria”.

Inoltre la tendenza che sembra delinearsi con le nuove forme di TV e vari servizi che vanno in onda durante i telegiornali è quella di attingere a piene mani dalla Rete e anzi la TV sembra voler vendicare l’incetta da parte della Rete dei contenuti televisivi con un movimento uguale e contrario: basti pensare al caso portato alla luce dalla trasmissione Report dedicata a Internet e che metteva nel calderone anche un episodio di un video caricato su YouTube da una donna per poi finire in onda sui canali Mediaset in spregio di qualsiasi licenza d’uso .

Per il Presidente di Mediaset sono ben chiari anche gli obiettivi di brevissimo periodo, con particolare attenzione all’ asta della banda da 800 Mhz , e per cui l’Europa ha prescritto l’assegnazione agli operatori di telefonia mobile: afferma esserci “un’incomprensibile politica di favore verso il mondo delle telecomunicazioni e a scapito del mondo di noi televisivi”. Anche se, dimentica forse di dire, il beauty contest deciso dall’Italia e che aspetta il via libera di Bruxelles prevede già l’assegnazione gratuita di sei multiplex per la tivù digitale a Rai, Mediaset, Sky e Telecom.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 21 apr 2011
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