Brevetti software, il W3C tenta la mediazione

Brevetti software, il W3C tenta la mediazione

Il Consorzio rivede la proposta che ha suscitato tante proteste e pensa ad un comitato di controllo sui brevetti, per impedire la blindatura delle tecnologie. Ma la soluzione individuata non esclude standard basati su sistemi proprietari
Il Consorzio rivede la proposta che ha suscitato tante proteste e pensa ad un comitato di controllo sui brevetti, per impedire la blindatura delle tecnologie. Ma la soluzione individuata non esclude standard basati su sistemi proprietari


Ginevra – Accettare una maggiore quantità di registrazioni di brevetti sul software ma istituire un sistema di garanzia che impedisca la “blindatura” di tecnologie che devono rimanere a disposizione di tutti. C’è questo tentativo di mediazione dentro la nuova versione della proposta sui brevetti del software che arriva dal World Wide Web Consortium (W3C).

L’idea di base del W3C rimane la stessa che l’anno scorso ha suscitato ampie polemiche e cioè che gli standard promossi dal Consorzio possano essere, in certe condizioni, frutto anche di tecnologie proprietarie.

Nella nuova proposta si cerca di far sì che questo elemento non si traduca in un effettivo ostacolo allo sviluppo e al mercato. Come noto, infatti, si teme che l’utilizzo di brevetti su software promosso come standard internazionale si traduca in una serie di ostacoli legali capaci di bloccare il libero sviluppo. E contro questa ipotesi la comunità open-source ha da tempo iniziato ad affilare le armi. I piccoli sviluppatori e i programmatori indipendenti, infatti, sarebbero i primi a fare le spese di una simile infrastruttura (vedi anche: Random043/ Una bomba ad orologeria ).

Al centro della nuova proposta, comunque, c’è l’imposizione ai membri del W3C di rendere noti i brevetti che possano in qualche modo essere applicati a qualsiasi standard promosso dal Consorzio. Qualora si ritenga che un brevetto sia indispensabile allo standard ma non sia disponibile su base gratuita per tutti, allora il comitato ad hoc “Patent Advisory Group” si metterà al lavoro per risolvere il problema.

Ma nel caso in cui non riesca a trovare altre vie, il comitato potrà comunque dare il via libera all’uso del brevetto per lo standard richiedendo però di offrire la tecnologia su base “RAND” (ovvero: ragionevole e non discriminatoria). Una soluzione che a quel punto avrebbe comunque ancora bisogno dell’approvazione del direttore del W3C.

La questione sembra tutt’altro che risolta, dunque, perché ammette comunque la possibilità di utilizzare brevetti negli standard internazionali. Anche per questo, il W3C ha spiegato che la nuova proposta rappresenta il lavoro finora compiuto dal “Team for W3C Recommendations”. “Si tratta di una guida – spiega una nota – per le attività del W3C tra oggi e il momento in cui sarà completato il lavoro del Patent Policy Working Group”. Fino a quel momento il W3C accetterà commenti pubblici sulla questione che potranno essere proposti sulla mailing list dedicata (www-patentpolicy-comment@w3.org).

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Pubblicato il
30 gen 2002
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